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  • Morte Ebossè, rivelazioni shock della BBC: non venne ucciso da una pietra, ma linciato negli spogliatoi

    Morte Ebossè, rivelazioni shock della BBC: non venne ucciso da una pietra, ma linciato negli spogliatoi

    Era il 23 agosto scorso quando, al termine della partita tra il JS Kabylie e l'Usm Algeri, valida per la Ligue Professionnelle algerina, Albert Ebossè, attaccante camerunense di 24 anni del Kabylie, venne ucciso, colpito alla testa da una pietra lanciata dagli spalti. Oggi, circa quattro mesi dopo il drammatico episodio, emergono importanti novità, che farebbero pensare che ad uccidere il giocatore non sia stato un masso gettato dalle tribune dai tifosi inferociti per la sconfitta della propria squadra, bensì un pestaggio avvenuto negli spogliatoi.

    IL PESTAGGIO - A rivelarlo sono gli esami autoptici svolti sul corpo del giovane dal patologo Andre Moune, che alla Bbc ha rivelato: "Quando vedi le ferite alle spalle, l'unico modo in cui puoi spiegarle è con un attacco fisico. Poco dopo la sua morte, abbiamo visto un video di Ebossè, al termine della partita, che, circondato dalla polizia, lasciava il campo per entrare negli spogliatoi. Non abbiamo visto nulla accadere a lui in campo, né qualsiasi cosa che gli abbia impedito di lasciare il terreno di gioca a causa di un colpo. Non può essere una tegola in ardesia, come gli algerini hanno affermato nella loro relazione, perché se qualcuno ha gettato una piastrella, anche ad alta velocità, non poteva provocare ferite gravi come quelle che ho trovato sul corpo. Un tale oggetto, per sfondare il cranio, ha bisogno di una forza pesante. L'oggetto che lo ha colpito è arrivato da una distanza ravvicinata". Dichiarazioni importanti quelle del medico, che metterebbero in dubbio le versioni ufficiali delle autorità algerine, secondo cui il 24enne sarebbe stato ucciso dall'impatto con un oggetto tagliente.

    LE AUTORITA' - A rivelare i dettagli del decesso del giovane calciatore fu, allora, il Ministro dello Sport algerino Mohamed Tahmi, che appoggiò la versione dei fatti fornitagli dalle autorità. Lo stesso politico si è rifiutato di commentare gli ultimi risvolti. La famiglia di Ebossè, intanto, fa sapere che si muoverà in sede giudiziaria per scoprire la verità e rivela che nè il Kabylie (squadra in cui militava il giovane, sospesa per due anni dopo i fatti) nè la Lega algerina si sono fatti avanti in questi mesi per erogare il risarcimento economico pattuito.

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