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  • Juvemania: l'arte della difesa da Allegri a Marotta, che non replica a Lotito

    Juvemania: l'arte della difesa da Allegri a Marotta, che non replica a Lotito

    Parola chiave: difesa. Le grandi squadre, storicamente, sono quelle che subiscono poco. Juventus e Roma hanno grandi difese. Immacolata la porta di Buffon, solo un gol ha macchiato quella di De Sanctis. Difendono in modo diverso, Juventus e Roma. La squadra di Garcia tenendo molto la palla e cercando micidiali verticalizzazioni. La Juventus che nel dna ha la cultura iniettata da Conte, si difende aggredendo. La difesa comincia dagli attaccanti in pressing sui portatori di palla avversari. Difende il centrocampo, raddoppiando ogni incursore. Il compito degli Ogbonna, Bonucci, Chiellini davanti a Buffon presenta qualche agevolazione. L'impeccabile Gigi Buffon: e pensare che qualche anima tormentata lo avrebbe voluto in pensione da un paio di stagioni. E pensare che ai box ancora sostano Barzagli, Caceres e Marrone. 

    ALLEGRI DIFENDE 'ALLA CONTE', MA IN PIU' HA IL CONTROPIEDE - E' stato un bene -  a mio parere - che a Bergamo la Juventus per una ventina di minuti sia stata costretta a difendersi. L'aperitivo di Colantuono è stato  poca roba rispetto al Carlos Premero che Allegri si vedrà presentare mercoledi in  Champions a Madrid. Visto che - per temperamento - Simeone assomiglia a Conte, faccia conto Allegri di dover affrontare il dux salentino: lui sa cosa voglio dire. Vulgata popolare: a secco di punti, l'Atletico dovrà vincere a tutti i costi. E questo - dicono - sarà uno svantaggio per la Juventus. Io vedrei il contenuto del bicchiere da altra prospettiva: la Juve di Allegri difende “alla Conte“. Ma differentemente da quella ha vocazione per il contropiede: Tevez può far male. E beccare un gol da questa Juventus può far diventare un sesto grado ogni ipotesi di rimonta. Dipenderà anche dal risultato della Roma, il giorno prima col City. Un  pareggio o una vittoria dei capitolini, oltre che far bene al ranking nostrano, stimolerebbe i campioni d'Italia all'impresa. 

    MAROTTA E L'ARTE DELLA DIFESA - Anche Beppe Marotta conosce l'arte della difesa. Da esperto navigatore sa che agli insulti non si replica: si arrischia di dar lustro a chi offende. Carlo Tavecchio e il procuratore Palazzi, viceversa, sembrano ignorare il dovere della tutela (per ogni tesserato) che gli compete. Ma forse chiedere loro iniziative nei confronti della inurbana uscita di Claudio Lotito sarebbe stato eccessivo. Uno avrebbe dovuto redarguire il suo principale elettore. Il secondo avrebbe dovuto sanzionare l'uomo più potente - attualmente - del calcio nazionale. 

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