Calciomercato.com

  • 11 settembre 2001: solo la Uefa non capì che il mondo sarebbe cambiato

    11 settembre 2001: solo la Uefa non capì che il mondo sarebbe cambiato

    • Marco Bernardini
    Tutti coloro che oggi compiono quindici anni hanno il diritto e il dovere di sapere che sono venuti al mondo in un giorno talmente epocale da fare sì che quello stesso mondo conosciuto fino a quel momento non sarebbe stato mai più lo stesso. Se migliore o peggiore è difficile da stabilire perchè, sostanzialmente, ogni tipo di giudizio è condizionato dalla percezione personale. Ma se quegli stessi quindicenni di oggi, insieme a coloro che li hanno seguiti negli anni successivi, legittimamente si pongono alcune domande su tutto ciò che principalmente di negativo capita quotidianamente in ogni angolo del nostro pianeta ridotto ad un territorio di guerre assurde e di atrocità assortite, è bene spiegare loro che il punto di partenza di questa follia collettiva è datato 11 settembre 2001. Il giorno della loro nascita. Quindici anni fa.

    Mi auguro, ne sono certo, che sia perfettamente inutile e persino oltraggioso nei riguardi dell’umana intelligenza ripercorrere la cronaca di quei momenti catastrofici inviati in diretta dalle televisioni di tutto il mondo ai terrestri sbacaliti e increduli come se, improvvisamente, un regista visionario avesse occupato lo spazio satellitare per mostrare un apocalittico film di fantascienza. Gli aerei pilotati dai kamikaze di Bin Laden che entrano nel ventre delle Torri Gemelle, a New York, le quali di lì a poco imploderanno come castelli di carta con al loro interno le vittime innocenti di un autentico olocausto. E oggi la società civile sta pagando il prezzo a quel prologo di follia omicida. Nessun americano dimenticherà mai quelle scene. E tutti gli abitanti del nostro pianeta quel giorno furono americani per naturale empatia. Quasi tutti.

    Non è possibile dimenticare, infatti, che quella sera in Europa due stadi per il calcio accesero le loro luci, mentre il mondo intero provvedeva a spegnerle in segno di lutto. L’Olimpico di Roma, dove in cartellone c’era la Coppa dei Campioni con il Real Madrid ad affrontare i giallorossi e l’impianto del Galatasaray a Istanbul, dove la squadra turca doveva vedersela con la Lazio. Il presidente della nostra Federazione, Franco Carraro, aveva immediatamente inviato un cablo ufficiale all’Uefa pregando di annullare la partita in programma anche soltanto per motivi di buon gusto. Da Nyon i cervelloni del calcio europei, anime sensibili, avevano risposto che non era necessario arrivare a tanto e che sarebbe bastato il lutto al braccio dei giocatori per onorare le vittime della strage. Dalla Spagna intanto arrivò la notizia che nessuno dei 6000 tifosi madridisti che avrebbero dovuto ritirare i biglietti, già prenotati, ai botteghini sarebbe arrivato a Roma. Seppure senza tifo contrario, i giallorossi di Montella e Batistuta e Totti guidati da Capello e recenti campioni d’Italia vennero piegati dai “blancos” di Figo. Medesima sorte toccò alla Lazio in Turchia.

    Né la prima e neppure l’ultima delle tante gaffes collezionate dal Palazzo del Calcio Europeo, ma certamente la più clamorosa. Quella che ancora oggi Montella vuole ricordare come uno fra i momenti peggiori della sua vita professionale caratterizzato da una partita a dir poco lunare nel corso della quale lui e la maggioranza dei compagni di squadra erano presenti in campo solamente con il corpo. La testa, cioè la ragione, era rimasta davanti alle televisioni accese. E bene che anche questo sappiano i ragazzi nati l’11 settembre 2001.

    Altre Notizie