E' un bel Quarantotto. L'Italia del pallone va al potere, quando gli altri vanno in pensione. Dal Sessantotto ai Sessantotto. Nel Paese del premier giovane e di Amici, sono due signori di 68 anni che guideranno le sorti della Nazionale dopo gli Europei francesi. A scegliergli un altro signore nato cinque anni prima, nel 1943: il presidente della conservazione, il numero uno della Figc, TaVecchio. Strano destino e magari anche una bella storia, quasi fosse un segnale che l'epoca della Rottamazione si sia finalmente chiusa. E' un bel Quarantotto, comunque. E quella storia di Amici torna, eccome.

TaVecchio ha deciso di mettere sul trono l'usato sicuro, Marcello Lippi campione del Mondo, appena tornato dalla Cina come un Marco Polo qualunque. E Lippi ha scelto un amico fidato, Ventura, stessa età, stesso passione per Genova (che è pure la mia amata città), genovese “operaista” Giampiero, viareggino verace Marcello, entrambi con pulsazioni cardiache sampdoriane. Amici, comunque.

Una rapida premessa. Ho conosciuto Lippi qualche anno fa, dopo il trionfo tedesco e prima del successo cinese. In quel periodo guidavo lo sport di un quotidiano genovese, rispolverai una vecchia idea dell'Equipe: per un giorno le pagine sportive sarebbero state dirette da un commissario tecnico, un grande dello sport. Lippi fu il più puntuale, il più generoso, il più brillante, il più intelligente, il più lucido. Il più tutto, semplicemente. Immenso.

Qualche anno prima, quando lavoravo a Firenze per la Gazzetta dello Sport, facevo di tutto per correre a Pisa e divertimi guardando la squadra toscana giocare con il 4-2-2, con Kutuzov e compagnia. Allenatore Ventura, ovvio. L'ho ritrovato a Milano, prima di Natale, ospite della Domenica Sportiva. Abbiamo chiacchierato di tutto, di Genova e dell'Italsider, del Pisa e di Cagliari, del Toro e di Cairo. Cordiale, brillante, divertente, uno con il quale ti piacerebbe fare una vacanza in barca.

Fine della divagazione, tempo rubato per dire che non ho nessun malevole pregiudizio nei loro confronti. Il mio è semplicemente un giudizio: mi sembra che siano scelte sbagliate. Entrambe. Una catena di scelte errate. TaVecchio ha voluto Lippi perché come al solito non ha avuto il coraggio di rischiare. Lippi ha scelto Ventura perché è un suo amico. Quest'anno il Toro di Giampiero ha giocato male e ha deluso, nelle prestazioni e nei risultati. Poi, visto che l'allenatore è simpatico, via tutti, a esaltare doti che magari non gli appartengono. In coro: Ventura lancia i giovani. Due dati. Emiliano Moretti, 34 anni, quest'anno ha giocato 3.441 minuti. Davide Zappacosta, gioiellino di 23 anni, quest'anno è stato impiegato da Ventura per un totale di 1.350 minuti. E' solo un dato, certo. Ma perché affibbiare all'ex allenatore del Torino la patente di scopritore di giovani talenti? Perché nell'Italia del premier giovane di Amici, funziona sempre così. Perché il Grande Ufficiale Claudio Ranieri è dovuto emigrare in Inghilterra per vincere la sua Isola dei Famosi. Qui lo davano per bollito, a 64 anni. Vuoi vedere che sta cambiando il vento, che è finito il tempo dei rottamatori.

Ventura, nelle prossime ore, renderà ufficiale quello che già tutti sanno: sarà il nuovo ct dell'Italia. Si metterà a lavoro dopo gli Europei. Lo attende un girone di qualificazione durissimo, per andare a Russia 2018 dovrà fare meglio di Spagna, Albania, Israele, Macedonia e Liechtenstein. Passa solo la prima. Poi le quattro vincenti dei playoff tra le migliori otto seconde, in base alla “classifica avulsa” tra le prime cinque. Mah. Insomma, oltre che con la Spagna bisognerà fare i conti pure con l'Albania di Gianni De Biasi. Uno che ha compiuto l'impresa di portare per la prima volte le Aquile all'Europeo. Uno che a Tirana è un eroe. Uno che è allenatore e selezionatore. Uno che sarebbe stato perfetto per fare il c.t dell'Italia. Peccato, ha solo 59 anni. Ed è amico mio, non conto nulla.