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  • Adriano, la triste fine dell'Imperatore

    Adriano, la triste fine dell'Imperatore

    Chiamatelo fallimento, noi preferiamo chiamarla triste fine di un giocatore. Sic transit gloria mundi, così passa la gloria del mondo. L'Imperatore Adriano Leite Ribeiro è caduto, la rescissione con il Corinthians è stata l'ultimo capitolo della sua carriera da calciatore, fatta di poche luci e tante, troppe ombre. Ci ha provato il club di San Paolo a rilanciarlo, così come avevano fatto Inter, Roma e Flamengo, ma alla fine si è dovuto arrendere.

    Sul talento cristallino ha avuto la maglia la testa da adolescente che non vuole crescere. Adriano si è giocato l'ultima chance di tornare grande, si è buttato via ancora una volta, inghiottito in un vortice di alcol, donne e amicizie pericolose, che gli hanno causato più di un problema con le forze dell'ordine. Questa volta difficilemente riuscirà a trovare un nuovo club pronto a dargli fiducia, nemmeno il Palmeiras che un anno fa si fece avanti.

    Negli undici mesi con la maglia del Timão, Adriano ha collezionato otto partite, per un totale di 350 minuti giocati. Il Corinthians non l'ha visto mai in campo, ma gli  ha pagato regolarmente lo stipendio, circa 1,7 milioni di euro, praticamente 5000 euro per ogni minuto giocato. Ieri è arrivata la rottura, insanabile, che manda Adriano in archivio. Di lui resteranno poche giocate sul campo, come la punizione-missile al Real Madrid all'esordio con la maglia dell'Inter o il gol all'Argentina nella finale della Copa America del 2004, e tante imprese fuori, tra notti agitate e scandali. L'Imperatore ha perso trono, corona e anche i suoi pretoriani. Che hanno smesso di proteggerlo.

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