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  • Fiorentina, Andrea Della Valle torna presidente?

    Fiorentina, Andrea Della Valle torna presidente?

    • Luca Cellini

    Quando il 24 settembre 2009 Andrea Della Valle si dimise dalla carica di presidente esecutivo della Fiorentina, poche persone capirono il perché di quella scelta. Rileggendo quel comunicato, in cui spiegava che la sua decisione era dettata da divergenze con una parte dell'ambiente cittadino, e pensando che solo quattro giorni dopo il fratello Diego, deus ex machina del mondo viola nonostante le sue dimissioni da patron nell'aprile successivo, per la prima volta parlò di 'rosiconi e mamme ebe', si ottiene la risposta. Il minore dei fratelli Tod's lasciò perché grande parte della città non si era schierata con loro nella battaglia per la Cittadella Viola, presentata esattamente un anno prima a stampa e istituzioni.

    Una battaglia che è andata sempre persa, nei dieci anni fiorentini dei Della Valle, è l'emancipazione del minore Andrea dal fratello Diego. Il primo, diventato con il tempo tifosissimo della squadra viola, è stato abbandonato nella gestione della quotidianità della squadra, e tuttavia non ha mai avuto potere decisionale, visto che non si muove foglia che 'Don Diego Della Valle' non voglia. Quest'ultimo rispetto ad Andrea ha carisma, personalità, e anche quell'arroganza (nell'accezione più positiva del termine) che lo ha fatto divenire punto di riferimento nel mondo economico in Italia e non solo. Andrea Della Valle di contro è persona buona, verace, sincera ma allo stesso tempo non così carismatica da scuotere e prendere allo stesso tempo decisioni autorevoli.
     
    Ecco perché Diego Della Valle ha 'imposto’ come presidente esecutivo il suo braccio destro nel mondo Tod's, Mario Cognigni, che però oltre ad una serie di errori strategici - il più clamoroso l'invito rivolto a Cesare Prandelli di cercarsi un'altra squadra a quattro giorni dall'andata dell'ottavo di finale contro il Bayern Monaco due anni e mezzo fa - ha commesso gaffe di comunicazione non di poco conto. Dalla mazza da baseball che doveva servire per redimere Mutu, alla confidenza di Montolivo su Nocerino, fra l'altro riportata solo per danneggiare l'ex capitano viola. Cognigni ha grande ascendente su Diego Della Valle, tanto che ha minacciato, a fine febbraio scorso,  le dimissioni da presidente se fosse stato prolungato il contratto dell'ex d.s. Pantaleo Corvino.
     
    Oggi però, nonostante le punzecchiature di Diego, Andrea si è rituffato a pieno regime nel mondo Fiorentina - si veda il bagno di folla per lui a Moena, e la decisione irremovibile sul futuro di Jovetic - e, su invito degli stessi consiglieri che hanno fatto approvare l'aumento di capitale nell'ultimo c.d.a., potrebbe tornare a ricoprire ad inizio settembre il ruolo di presidente esecutivo. Decisiva potrebbe essere la strategia del sindaco di Firenze Matteo Renzi nella vicenda Mercafir, che farebbe rinascere il progetto 'Fiorentina 2':  Andrea Della Valle di nuovo numero uno, un allenatore alla Prandelli come Montella, e un d.s. in cerca del salto di qualità come Daniele Pradè. Il ritorno di un Della Valle con incarico operativo nel c.d.a., porterebbe certamente benefici. Perché fra un commercialista ed un 'capitano d'industria', Firenze tutta non ha dubbi su chi scegliere come proprio presidente.

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