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  • Wimbledon, un club nelle mani dei tifosi

    Wimbledon, un club nelle mani dei tifosi

    • Andrea Pressenda
    Il capolinea della District Line è un insieme di tradizione ed imprese. Impossibile resistere al fascino di quel nome - Wimbledon - molto più di una semplice stazione della metropolitana di Londra. L'appuntamento con la storia si divide in due direzioni: a sinistra si va verso l'All England Lawn Tennis and Croquet Club, anno di fondazione 1877, la sede del più antico e prestigioso torneo di tennis del mondo. E da qualche giorno anche di quello più ricco, visto il montepremi complessivo da 2 milioni e mezzo di euro. Per capire l'importanza di questo luogo basta un esempio: il Fulham, la squadra più antica della capitale, nacque nel 1879, due anni più tardi. A destra si procede invece verso lo stadio di Kingsmeadow, la casa dell'Afc Wimbledon. La società più giovane d'Inghilterra, con i suoi 14 anni che compirà il prossimo 30 maggio. Storia leggendaria da una parte contro una favola non ancora maggiorenne dall'altra, tutto raccolto in un fazzoletto di poche miglia. Anche questo, in fondo, è un paradosso qui nel South West London.

    La storia dei Dons, il soprannome ufficiale, assomiglia infatti più ad un racconto da Libro Cuore, visto che poco prima dell'estate del 2002 una delegazione di tifosi con in testa il loro leader Kris Stewart si oppose alla decisione di una commissione indipendente della Football League dal verdetto impietoso. Per i saggi della Federazione era inevitabile il trasferimento obbligatorio dell'Fc Wimbledon a causa dei guai finanziari. La destinazione? Buckinghamshire, esattamente a Milton Keynes, 56 miglia (circa 100 chilometri) da Londra. Impossibile l'accordo. Meglio ripartire dal basso. Con un nuovo nome, da qui Afc, acronimo di "A Football Club" (un club di football) per cercare di ripercorrere le imprese di una squadra capace addirittura di vincere l'FA Cup il 14 maggio 1988 a Wembley contro il Liverpool.

    Ed in effetti il legame con i tifosi si percepisce non solo dal tifo dei supporters. Tutto, qui a Kingsmeadow, profuma di orgoglio per la salvezza del club dovuta proprio ai suoi tifosi più celebri: Kris Stewart, Marc Jones e Trevor Williams. Ecco perché lo stadio da 4500 posti si chiama The Fans' Stadium, dopo che il Dons Trust (l'associazione dei tifosi del Wimbledon) promosse una sottoscrizione azionaria per finanziare l'acquisto di almeno il 75% del valore della struttura. Iniziativa, insieme agli altri progetti per lo sviluppo dell'intera area, che valsero al club persino un messaggio di congratulazioni del premier David Cameron. Anche per questo si capisce perché le foto delle ultime imprese sportive siano dappertutto. Persino nel tunnel che separa gli spogliatoi dal terreno di gioco.

    Wimbledon, un club nelle mani dei tifosi

    C'è poi un numero, il 78, che va oltre ogni immaginazione. Sono le gare consecutive senza sconfitte ottenute dal febbraio 2003 al dicembre 2004. Record imbattuto in Inghilterra che vale ancora per ogni categoria. La maglia incorniciata che si trova all'ingresso della tribuna principale è invece quella di John Fashanu.

    Wimbledon, un club nelle mani dei tifosi

    Il giocatore del Wimbledon più famoso in Italia. Proprio lui che divenne popolare nel nostro Paese grazie alla indimenticabile citazione di Peo Pericoli, il personaggio creato da Teo Teocoli nelle tante fortunate edizioni di "Mai Dire Gol". Numeri e ricordi da primato, con buona pace di Gary Lineker, uno degli attaccanti più forti dell'intera storia del calcio inglese, che del Wimbledon ricordava solo come "il modo migliore per guardarlo fosse sul televideo". 

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