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  • Affare Higuain: De Laurentiis è pronto per girare Pinocchio
Affare Higuain: De Laurentiis è pronto per girare Pinocchio

Affare Higuain: De Laurentiis è pronto per girare Pinocchio

  • Marco Bernardini

Soltanto Walt Disney, con il suo lungometraggio di animazione, è riuscito a rendere pieno merito alla celebre favola di “Pinocchio” scritta dal Collodi. Tutti i produttori e i registi che hanno voluto cimentarsi, nel tempo, con la parabola inventata dal geniale scrittore toscano non sono mai riusciti a centrare il doppio obbiettivo che solitamente viene richiesto ad un film: successo di critica e di botteghino. In Italia neppure un grande come Comencini riuscì nell’impresa, malgrado la presenza di uno strepitoso Nino Manfredi nel ruolo di Mastro Geppetto e della Lollobrigida in quelli della Fata Turchina e di Franco e Ciccio in quelli del Gatto e la Volpe. Il suo serial televisivo non ottenne l’audience prevista e sperata. Lo stesso Benigni scivolò, cadde e si fece male sulla buccia di banana di un “burattino” la cui trasposizione cinematografica evidentemente è più complicata di quanto non si possa immaginare. Per non parlare, poi, del povere Francesco Nuti al quale l’azzardo del suo “Occhio Pinocchio” costò la reputazione di attore e regista mentre il suo produttore Vittorio Cecchi Gori rischiò addirittura il fallimento per sostenere economicamente uno fra i più clamorosi flop della storia del cinema italiano.


Ho l’impressione che Aurelio De Laurentiis, da qualche tempo, abbia intenzione di porre rimedio ai tanti fallimenti collezionati dai suoi colleghi e, dopo aver sondato il terreno con adeguate “prove”, sia ormai pronto per produrre il film “impossibile” questa volta con successo. Il suo saper essere entrato nel personaggio in maniera così perfetta dovrebbe rappresentare una garanzia notevole per la buona riuscita di un impresa dove tanti, prima di lui, hanno pesantemente toppato. Il test generale e definitivo, prima del ciak di avvio, il cineasta-presidente lo ha realizzato con il “caso Higuain” da lui gestito, fin dall’inizio, con uno stile da fare invidia allo stesso Pinocchio. La bugia, insomma, come strumento principale per arrivare allo scopo che si era prefissato. Già in precedenza, con la gestione degli “affari” Lavezzi e Cavani, il “boss” napoletano si era “allenato” adeguatamente nel gioco dello scarico di responsabilità per evitare di incorrere nelle ire della piazza tifosa. Visto che era andata bene, De Laurentiis ha pigiato il piede sull’acceleratore e ha”usato” il Pipita a suo uso e consumo imprenditoriale.

Nel corso degli anni ho imparato che sarebbe buona cosa non credere mai, se non soltanto in parte e in casi eccezionali, ai campioni del pallone quando esternano in maniera retorica “eterno amore” a destra e a manca allorchè devono arruffianarsi nuove realtà professionali. La storia del cinema, inteso come azienda e fin dalle sue origini, come scriveva Scott Fitzgerald racconta di personaggi ancora più “bugiardi” i quali pur di arrivare a realizzare i loro progetti non badano a spese in quanto menzogna organica e pianificata. Non gli attori o i registi naturalmente, ma i produttori. E Aurelio De Laurentiis è produttore con i fiocchi riconosciuto a livello internazionale.

In buona sostanza, nel gioco delle parti messo in scena da Higuain e dal suo fratello manager e dal presidente del Napoli sono più propenso a credere che chi le ha raccontate meno grosse siano i primi due personaggi mentre il “capo” è andato giù pesante specialmente quando afferma che il suo amico Pipita si è comportato come un contemporaneo Giuda prezzolato dai sacerdoti del Tempio. Peccato  che, alla fine della fiera, venga alla luce un dato clamoroso. De Laurentiis aveva offerto a Higuain un contratto più sostanzioso di quelle che il campione argentino ha firmato per la Juventus. Perché? Salvo facendo l’attaccamento a quel fiume di denaro che nel calcio è diventato ormai un dato a dir poco vergognoso oltrechè offensivo per la gente normale che lavora onestamente, Higuain al suo presidente non aveva chiesto quattrini in più ma il progetto (non a parole) di una squadra disegnata e assemblata per vincere in Italia e in Europa non per arrivare seconda alle spalle della Juventus. Una squadra che De Laurentiis, malgrado tutti i suoi “blà-blà” sempre spesi con molta presunzione e talvolta con arrganza, sapeva perfettamente di non poter allestire. Tanto vale, a questo punto, produrre un nuovo remake di “Pinocchio”. Potrebbe essere la volta buona, per il film, dopo tutti gli allenamenti sostenuti.

 


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