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  • Ag. Gomez: 'Se il Bayern vuole prende Cavani'

    Ag. Gomez: 'Se il Bayern vuole prende Cavani'

    Due Meisterschale - lo 'Scudetto' tedesco - con Stoccarda (2006-2007) e Bayern Monaco (2009-2010), una Coppa Nazionale (Bayern 2009-2010) e una Supercoppa di Lega (Bayern 2010); Calciatore tedesco dell'anno nel 2007, Capocannoniere di Bundesliga nel 2011 e titolo analogo sfiorato ad Euro 2012 (3 reti a pari merito con Fernando Torres, poi vincitore grazie all'assist per Mata contro l'Italia): sono solo alcuni dei riconoscimenti che fanno di Mario Gómez García uno degli attaccanti più forti ed ambiti del panorama calcistico mondiale. Spagnolo da parte di padre ma alemanno d''adozione', El Torero è finito, pare, sul taccuino di Riccardo Bigon, intento a vagliare possibili alternative in caso di cessione di Cavani a fine stagione. Per saperne di più, la redazione di CalcioNapoli24.it ha contatto, in via esclusiva, Maurizio Gaudino, agente italo-tedesco profondo conoscitore delle dinamiche di mercato dei club teutonici ed ex socio della Fair-Sport GmbH, agenzia che detiene, tra gli altri, il mandato del centravanti bavaerese. Tra i suoi collaboratori, addetti ai lavori esperti come l'Avv. Gianluca Anatriello ed il talent-scout Pasquale De Rosa, che ne coadiuvano le attività di procura tra Germania e Italia.
     
    Si parla con insistenza di un interesse del Bayern per Cavani e della possibilità che venga inserito Gomez come contropartita tecnica. Secondo Lei è una trattativa destinata ad andare in porto o si tratta solo di voci mediatiche?
    "Credo che siano solo 'chiacchiere' di mercato. Gomez non prenderebbe in considerazione un trasferimento in Italia, né tantomeno lascerebbe il Bayern per vestire la maglia del Napoli".
     
    In altre parole, non gradirebbe il nostro campionato né, tantomeno, la soluzione partenopea.
    "Anche se non lavoro più a stretto contatto con Mario, i nostri rapporti sono ancora vivi ed ogni tanto parliamo. Lo conosco bene come persona, e mi sento di dire che non verrebbe in Serie A per lo stesso motivo per cui i tedeschi in genere non scelgono mai il vostro paese".
     
    Vale a dire?
    "Dal 2006 la Bundes è 'esplosa' e pian piano sono lievitati, seppur leggermente, anche gli stipendi. Il lato economico, tuttavia, è solo marginale: stadi, spettatori, atmosfera... qui è tutta un'altra storia. In Germania seguono molto ciò che accade in Italia e gli avvenimenti recenti hanno fatto sì che i nostri giocatorii non si arrischiassero in un torneo con ingaggi sì ben più elevati ma stadi semivuoti, dove persino squadre come Juventus ed Inter hanno problemi ad allestire le proprie rose".
     
    Ma come mai, a loro volta, i club nostrani sono così restii ad investire in Germania? Eppure l'ennesima, roboante vittoria del Bayern contro la stessa Juve, oltre alla bella prova del Dortmund a Malaga, ha ribadito lo strapotere di un calcio in continua crescita e che sforna ogni anno mirabili talenti. Insomma, non è solo un problema di offerta ma, verrebbe da dire, anche di domanda."È una questione di mentalità o, se vogliamo, di cecità. In Italia guardano molto poco all'estero, e quando vien fuori un nuovo prospetto quasi si meravigliano ed esclamano: «Mamma mia, che bel giocatore che è quello!». Puntualmente arrivano tardi rispetto alle altre: quando un ragazzo inizia a giocare bene, infatti, ormai l'hanno visto già tutti e non serve a niente aspettare che vada in scadenza perché così lo perdi".
     
    È il caso, ad esempio, di Nicola Sansone: pressocché uno sconosciuto, ha stupito tutti nel Parma. Il Napoli ci aveva fatto un pensierino, poi i ducali l'hanno soffiato a parametro zero. Insomma, ennesimo grande rimpianto per gli azzurri: con Insigne / Pandev e Cavani avrebbe formato davvero un bel tridente...
    "Esatto. Vi inviterei soprattutto ad una riflessione: come mai il ragazzo è cresciuto così bene in Germania, ben più di quanto non avrebbe fatto in Italia? La risposta è semplice: Bayern, Stoccarda, Francoforte, Dortmund: qui tutte le società, dalla prima alla seconda divisione, offrono un'impeccabile struttura di scuola calcio, con allenatori preparatissimi che insistono non solo sulla tattica, ma anche sulla mentalità, togliendo tanti giovani dalla strada e seguendoli dall'istruzione all'inserimento occupazionale, insegnando loro un mestiere e facendoli migliorare sia umanamente che professionalmente. I nostri club indirizzano i propri giocatori lungo due strade paralelle: da un lato la scuola, ovvero studio e lavoro, dall'altra l'allenamento. Ogni tesserato sacrifica totalmente se stesso, dai tredicini anni sino al giorno del suo primo contratto professionistico: niente uscite senza permesso, per dirne una, perché bisogna rispettare le regole, se si vuole sfondare. Questa impostazione impeccabile ha portato ai risultati che tutti noi oggi possiamo apprezzare. È l'unica strada giusta per sfornare ogni anno almeno un paio di prospetti di assoluto valore che facciano crescere tutto il movimento".
     
    Tra i più interessanti, certamente Patrick Herrmann del Borussia Mönchengladbach, accostato le scorse settimane proprio al Napoli, e Julian Draxler dello Schalke 004. A Suo giudizio, sono già pronti per la Serie A?
    "Come qualità sì, però Draxler ha avuto un po' di problemi a causa di divergenze tra dirigenza ed allenatore. Ora si sta riprendendo, ma per entrambi vale il discorso che non è facile adattarsi alla lingua e ad uno stile di gioco così diversi alla loro età".
     
    Giocatore etichettato 'acerbo' dagli azzurri, in passato, è invece Lewandowski. Ora lo vogliono tutti, dall'Arsenal al Manchester e non solo: ennesimo 'occhio corto' delle italiane?
    "Succede sempre così. Sono un procuratore e preferisco non fare nomi, ma vi assicuro che certe cose, con determinate squadre, accadono di continuo. Ci sono tanti ragazzi tra i venti e i ventidue anni che da noi diventanto titolari importanti perché gli diamo la possibilità di maturare, cosa che altrove non succederebbe. Qui si investe e la qualità viene fuori. Lo stesso Lewandowski poteva andare al Napoli e magari non concludere nulla, non fare questo svuluppo. Nel calcio va così: non si può vivere di rimpianti. Ad oggi il polacco ha ancora un anno di contratto e vedo difficile un ritorno di fiamma dei partenopei. Tra l'altro i giornali tedeschi sostengono che sia già nel mirino del Bayern, ma si sa che le indiscrezioni lasciano il tempo che trovano. Una cosa è certa: chi lo vuole dovrà cacciare un sacco di soldi".
     
    A proposito di Bayern, cosa crede che cambierà con l'avvento di Guardiola? 'Pep' è fautore di un modo di intendere il calcio ben diverso da quello teutonico..."Difficile dirlo. C'è curiosità ma al tempo stesso un certo 'scetticismo'. Se infatti analizziamo il campionato attuale, ci rendiamo conto che sarà dura migliorare il rendimento di questa squadra: manca solo la Champions per chiudere un 2013 da favola. In molti sperano che riesca a portare la sua mentalità 'latina', tuttavia non si possono fare previsioni di nessun tipo, nemmeno in chiave mercato".
     
    Quanto potrebbe innalzare la qualità della rosa l'innesto di un giocatore come Cavani? Per certi versi è simile a Mandzukic: fisico statuario, fiuto del gol e gran senso di abnegazione per abilità non solo da prima punta.
    "Il ''Matador' ha tutte le caratteristite che deve avere un calciatore offensivo: è veloce, aggressivo, forte di testa, calcia bene sia di destro sia di sinistro, rientra a sostegno dei compagni... Con queste peculiarità può giocare in qualsiasi top club mondiale da protagonista".
     
    In parole povere, il sogno di tutti i tifosi, anche quelli del Bayern...
    "È apprezzato da chiunque ami questo sport, dai supporters e, ovviamente, dalla società. Quando la dirigenza segue un giocatore, d'altronde, è per prenderlo: non si scomoda se non ravvisa qualità all'altezza o superiori agli standard momentanei, ed in quel caso vuol farle proprie. I tifosi, di conseguenza, sono sempre felici perché sanno di essere in buone mani".
     
    Dunque, se il Bayern decidesse realmente di puntare su Cavani, non tentennerebbe ed affonderebbe il colpo. E, vista la reticenza di Gomez a trasferirsi in Italia, l'offerta sarebbe unicamente economica.
    "Di certo a Monaco non esistono problemi economici: possono comprare tutti i giocatori del pianeta. Non è una questione di soldi, ne hanno in abbondanza e immagino che De Laurentiis lo sappia. La filosofia della società è di non sperperare, però se vuole realmente qualcuno, lo compra in un'unica soluzione, senza scambi".
     
    È quindi plausibile, o quantomeno 'futuribile', immaginare una trattativa col Napoli a fine stagione.
    "La squadra cerca un centravanti. È pur vero, però, che non si sa ancora se Guardiola confermerà Gomez e se quindi quest'ultimo libererà un posto in avanti. Al momento la rosa è chiusa, e sinceramente non credo che lo spagnolo la stravolgerà: al massimo uno, due innesti e nulla più. Si parla di una punta di movimento in stile Barçelona, insomma uno con le caratteristiche di Villa o Cavani; ma parlare già di trattativa, per una questione proprio tempistica, forse è affrettato. Sono solo opinioni, precisiamolo, anche perché spesso si fanno speculazioni. Non dimentichiamo che Gomez ha ancora un paio di anni di contratto e resta un numero uno come Klose. Ha avuto qualche problemino fisico, è risaputo, ma sarà il nuovo tecnico a decidere il suo futuro. Se si libererà un tassello e verrà indicata un'alternativa specificia, che si tratti di Cavani o di un altro giocatore, allora il Bayern lo acquisterà senza indugi".
     
    Rimanendo sul piano delle ipotesi, quanto crede che possa influire l''amicizia' tra De Laurentiis e Beckenbauer sulla buona riuscita di questo e di altri eventuali trasferimenti tra i due club?
    "Parliamo di due persone fuori dal comune per il loro modo di intendere il calcio 'vecchia maniera', nel senso positivo del termine. Tra uomini d'affari ci vuole sempre una buona dose di simpatia. De Laurentiis e Beckenbauer hanno intrapreso un cammino comune; parlano di mercato e di altro, ma hanno iniziato a conoscersi da poco: è così che si cuciono i rapporti; poi, col tempo, bisogna essere bravi a renderli più stretti. Oggi fanno amichevoli durante il ritiro; domani, chissà, potrebbero anche scambiarsi giocatori...".

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