Calciomercato.com

  • Agnelli è l'immagine della Juve che vola: anche l'ironia contro il Barcellona

    Agnelli è l'immagine della Juve che vola: anche l'ironia contro il Barcellona

    • Nicola Balice, inviato a Barcellona

    Una partita così, la Juve non la dimenticherà facilmente. Non tanto per quanto hanno proposto i novanta minuti più recupero da un punto di vista tecnico, che in ogni caso vanno ben oltre un concetto di attesa ordinata o magari di catenaccio che qualcuno vorrà far passare: la Juve ha lasciato la palla al Barcellona tenendo il controllo della propria partita nella doppia sfida, fornendo una capolavoro in termini di organizzazione che in questo momento ha permesso al gruppo di Allegri di conquistare la semifinale perché è stata semplicemente e meritatamente la più forte. Una vittoria così, la Juve non la dimenticherà facilmente per tutto quello che significa. Specialmente in questa stagione. La Juve di Andrea Agnelli, Marotta e Paratici alla settima stagione di lavoro comune è tornata come status e come valore ai vertici in Europa: per la Champions serviranno altre tre partite perfette, indipendemente dall'avversario. Triplete o non triplete, questa Juve è di nuovo dominante, è di nuovo un punto di riferimento ben oltre il confine italiano, è rispettata e temuta. Questa Juve è tornata ad essere quello che la Juve deve essere per definizione, dopo anni di crisi d'identità come quelli che hanno fatto seguito al reset totale di Calciopoli. Sette anni di presidenza Agnelli, sette anni di crescita continua sotto ogni punto di vista. Della Juve e di Andrea Agnelli stesso, sempre saldo al comando della sua Juve nonostante si inseguano i rumors legati ad una sua uscita di scena ed un rapporto mai troppo idilliaco con John Elkann.

     

    LA NOTTE DI ANDREA La stagione più complicata di tutte per Andrea Agnelli è anche quella che più lo sta riproponendo come uomo forte e simbolo della Juve che è rinata dalle proprie ceneri. Questa notte, infatti, è anche e soprattutto sua. Dopo essersi difeso mettendoci la faccia in occasione del deferimento e l'esplosione del caso biglietti con tutto quello che ne concerne anche in termini di danno di immagine per l'accostamento ad esponenti della 'Ndrangheta. Ha sempre messo la Juve prima di tutto, difendendola da tutto e da tutti. E lo ha fatto anche stasera (foto da Premium Sport), applaudendo polemicamente Messi e il Barcellona per non aver restituito il pallone ai bianconeri quando Dybala lo ha spazzato fuori con Mandzukic a terra. Un piccolo gesto, vicino a Bartomeu. Che improvvisamente è sembrato piccolo rispetto ad un Agnelli sempre più grande da presidente di una Juve, a sua volta mai così grande anche al Camp Nou: il Barcellona dei fenomeni è crollato, è diventato normale e impotente anche a casa propria al cospetto di una Juve monumentale nel suo essere capace di non subire alcun tipo di pressione. Ed ora Agnelli e la Juve, insieme, sono pronti a tentare con consapevolezza l'assalto ad una Champions che appare assolutamente alla portata. Un trionfo che renderebbe Andrea il primo Agnelli presidente campione d'Europa: per quello c'è tempo. Così come per immaginare una Juve senza più lui, ammesso che si renda necessario. Per prendere atto del suo essere diventato uno dei presidenti più determinati e determinanti della storia della Juve, invece, il tempo è proprio questo.

    @NicolaBalice


    Altre Notizie