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Al via oggi il processo alla Juve: Agnelli rischia due anni per il caos biglietti

Al via oggi il processo alla Juve: Agnelli rischia due anni per il caos biglietti

Quella di oggi sarà una giornata importante in casa Juventus perchè questo pomeriggio prenderà il via il primo atto del processo sportivo nei confronti della Juventus, imputata per il caos biglietti che ha portato anche la Commissione Antimafia ad indagare sulla curva bianconera dello Juventus Stadium.

VIA AL PROCESSO - Come riportato da Repubblica e Gazzetta dello Sport, la Juventus questo pomeriggio andrà a processo per essere giudicata dal Tribunale federale nazionale di giustizia sportiva, e dovrà rispondere alle accuse mosse dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro. Al club bianconero viene imputata la violazione di due articoli e quattro commi del codice di disciplina sportiva.


I DIRIGENTI COINVOLTI - La vicenda è ovviamente quella legata alla compravendita dei biglietti dello Juventus Stadium e dei rapporti intattenuti fra la dirigenza bianconera e gli ultrà. In particolare sotto accusa ci sono il presidente Andrea Agnelli, i dirigenti Alessandro D’Angelo e Stefano Merulla (che si occupano della sicurezza e della biglietteria) e l’ex responsabile del marketing Francesco Calvo.

AGNELLI NON PARLA - Un ruolo chiave lo sta ricoprendo in particolare Rocco Dominello, attualmente a giudizio a Torino per ‘ndrangheta. Agnelli sarà a Roma assieme agli altri deferiti ma, non essendo previsto alcun dibattito, non è detto che prenderà parola per difendersi dalle accuse. Oltre all'avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, ci saranno anche Franco Coppi per Agnelli e Leandro Cantamessa per Calvo.

COSA RISCHIANO LA JUVE E AGNELLI? - Come riportato dai due quotidiani, il club al momento rischia al massimo un’ammenda, ma per i dirigenti la sentenza potrebbe essere più consistente. Agnelli e gli altri dirigenti rischiano un’inibizione che può andare da diversi mesi fino ad un paio d'anni. Il presidente e i suoi collaboratori sono accusati, di aver violato il comma 1 dell’articolo 1, quello che si riferisce ai principi di lealtà sportiva, ma soprattutto tre commi dell’articolo 12, quello che regola i rapporti con gli ultrà.

L'ACCUSA - Nel suo deferimento Pecoraro sostiene che Agnelli avrebbe "autorizzato la fornitura di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi, favorendo consapevolmente il fenomeno del bagarinaggio e partecipando personalmente a incontri e assecondando l’introduzione nell’impianto sportivo di materiale pirotecnico e striscioni per compiacere e acquisire la benevolenza degli ultras"

CI SARA' A CARDIFF - La sentenza è attesa nei primi giorni della prossima settimana, ma in ogni caso i gradi di giudizio previsti sono tre. La Juve non chiederà alcun rinvio, ma è possibile uno slittamento tecnico delle udienze oltre il 3 giugno. E se Agnelli venisse effettivamente inibito prima della finale, la condanna non verrebbe estesa subito alla Uefa. Di fatto verrà consentito al presidente bianconero di essere presente a Cardiff per la finale di Champions League.


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