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  • Albinoleffe:|Silenzio, c'è la Samp

    Albinoleffe:|Silenzio, c'è la Samp

    Proprio per la sua natura ambigua, il silenzio può essere definito in tanti modi: mistico ma anche rumoroso, intimo ma anche esplicito. Atzori ha utilizzato un aggettivo diverso: surreale. Perché si parla di calcio, di uno stadio che, nel giorno della partita, diventa solitamente il luogo della bolgia: amica, nemica, festosa, rabbiosa. Ma lo stadio resta il luogo del casino. Quasi ovunque. Non a Bergamo quando sul campo dell’Atalanta gioca l’Albinoleffe. Allora la partita diventa un’esperienza particolare. Atzori spiega: «È un clima stranissimo, c’è silenzio, surreale. L’anno scorso ci ho giocato con la Reggina e per capire quello che troveremo, ieri ho fatto vedere il video ai ragazzi. Lo stadio è quasi completamente vuoto, ci sono i tifosi ospiti in una curva, quelli dell’Albinoleffe si sistemano sulla tribuna centrale e sono molto tranquilli». Sono molto tranquilli e molto pochi: 1.350 (abbonati). I tifosi blucerchiati certamente coloreranno una parte dello stadio, ma a ostacolare grandi afflussi in questo caso sarà l’Osservatorio, che ha vietato la trasferta alle persone prive di Tessera del tifoso.

    Non per questo loro hanno rinunciato. Saranno a Bergamo e resteranno fuori dallo stadio ma il particolare renderà l’ambiente, per dirla con Atzori, ancora più surreale: uno stadio sovradimensionato per la necessità contingente e semideserto perché l’Albinoleffe ha poco pubblico; e parte del pubblico che vorrebbe assistere, fuori a cantare. Si tratta di una situazione limite che potrebbe avere conseguenze imprevedibili; almeno secondo il tecnico doriano che dice: «È avvantaggiato chi per una volta non trova un pubblico che tifa per la squadra di casa o è avvantaggiata la squadra di casa che può contare sullo spaesamento degli avversari abituati a stadi pieni? Non saprei, so che l’anno scorso la situazione che abbiamo vissuto era davvero strana». Quel che teme Atzori è ovvio. L’Albinoleffe rappresenta già di per sé una trasferta che rischia di essere sottovalutata. Finora, lontano da Marassi la Sampdoria ha giocato a Empoli e a Livorno, due squadre che automaticamente alzano il livello dell’attenzione.

    Oggi, per la prima volta, il nome dell’avversaria non dice niente di che. In più c’è la questione dello stadio, l’Atleti Azzurri d’Italia, lo stesso dell’Atalanta: pieno quando giocano i nerazzurri, vuoto quando tocca all’Albinoleffe. Non potrebbe essere diversamente: Albino e Leffe messe assieme fanno circa 23 mila abitanti, in più chiamati al trasferimento, anche se breve, per seguire la squadra delle due cittadine. Il risultato è lo stadio “surreale” descritto da Atzori. Il quale tratta anche il lato B della questione: la presenza, nello stadio surreale, di una squadra organizzata e con giocatori dall’ottima tecnica individuale. «È una squadra che ormai conosce bene la categoria.

    Adesso si fa un gran parlare di Cocco, il capocannoniere e Cissé perché stanno facendo particolarmente bene. Ma ci sono altri giocatori molto bravi. Ad esempio Foglio, che se è in giornata sa fare male. Poi c’è questo Pacilli che sembra un po’ Foggia come tipo di calciatore. E poi c’è l’insieme di squadra. Non si può prendere sotto gamba, assolutamente. Dovremo essere bravi a trovare le motivazioni dentro di noi. Cercarle nella voglia di vincere e di imporci in questo campionato. Quello che deve fare la Sampdoria, restare in serie B una sola stagione».

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