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  • Alessandria, il pres. Di Masi: 'In Coppa Italia cerchiamo l'impresa, ma il nostro obiettivo è la B'

    Alessandria, il pres. Di Masi: 'In Coppa Italia cerchiamo l'impresa, ma il nostro obiettivo è la B'

    • Francesco Morrone
    L'appuntamento con la storia, alla fine, è arrivato. A 56 anni dall'ultima volta, Alessandria e Milan si affrontano stasera nella semifinale di andata della Coppa Italia. Il club più titolato al mondo contro la squadra della Lega Pro, costretta a traslocare per una sera allo stadio Olimpico di Torino visto che il Moccagatta è troppo piccolo. Calciomercato.com ha raggiunto Luca di Masi, presidente dell'Alessandria e tifoso di lunga data dei Grigi, che ci ha raccontato i segreti di questo miracolo calcistico. 

    Presidente, la sua Alessandria ha cominciato l'avventura in Coppa Italia lo scorso  agosto, eliminando al primo turno l’Altovicentino. Per la partita di stasera sono attesi oltre 20 mila spettatori e mezza Italia farà il tifo per voi. Che sensazione le fa aver riportato alla ribalta un club con 104 anni di storia? 

    È una sensazione bellissima, perché è il coronamento di un sogno iniziato quest'estate e che ci ha visto partire dal basso fino ad arrivare alla partita di stasera. Ci troviamo insieme a squadre come Milan, Inter e Juventus e questo ci rende molto orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto. Anche se non dovesse arrivare l'impresa, resto entusiasta di questo percorso. 

    A parte la Coppa Italia, che obiettivi ha in mente per il club?

    Da quando ho acquistato l'Alessandria tre anni fa ho sempre detto che il nostro reale obiettivo è sicuramente arrivare in serie B, un traguardo che a noi manca da 41 anni e che vorremmo raggiungere quest'anno. I ragazzi se lo meritano, non solo per quello che hanno fatto in Coppa Italia, ma per l'impegno che ci mettono ogni domenica. Certo, grazie a questo successo, abbiamo avuto l'occasione di farci conoscere dall'Italia intera.  

    Questa sera ci saranno più di ventimila spettatori e mezza città si sposterà all'Olimpico di Torino per esservi accanto. Si aspettava una simile risposta di pubblico?

    Non posso che essere contento perché stasera saremo quasi 22 mila, considerando che di tifosi del Milan ce ne saranno veramente pochi (quasi 1500). Tengo a sottolineare che, oltre ai 'Grigi', lo stadio sarà pieno anche di tifosi granata e genoani, le tifoserie con cui siamo gemellati e che verranno a supportarci in una partita così importante e ricca di fascino. Noi la viviamo come una bella esperienza e siamo contenti di esserci, poi sappiamo bene che il nostro vero obiettivo resta un altro, ma ce la metteremo tutta come abbiamo fatto con il Palermo. 

    Quella di stasera è una sfida che nasce nel segno di Gianni Rivera, uno dei più grandi campioni italiani. Prima di consacrarsi nel Milan, Rivera esordì proprio nell'Alessandria. Per caso vi siete sentiti? 

    Sì, l'ho chiamato per invitarlo alla partita e mi ha fatto molto piacere sentirlo. Mi era sembrata una cortesia coinvolgerlo, vista la sua importanza per entrambi i club, e questa sera mi ha assicurato che sarà allo stadio a vedere le sue due squadre del cuore. 

    Parliamo un po' di mercato. È appena arrivato un rinforzo importante: il torinese Iocolano, ex capitano del Bassano e considerato uno dei giocatori più forti della Lega Pro. Quali saranno le vostre prossime mosse?

    È vero, siamo riusciti a fare un colpo molto importante a gennaio perché con l'arrivo di Simone Iocolano abbiamo preso non solo un ottimo trequartista, ma lo abbiamo strappato al Bassano, che è una nostra diretta rivale nella corsa alla B. Si è trattato di un’operazione da 300 mila euro chiusa in un lampo anche grazie al nostro ds Giuseppe Magalini. Purtroppo in lega Pro abbiamo una lista di 24 giocatori, e siccome eravamo in 23 abbiamo deciso di fare un ulteriore acquisto. L'anno scorso siamo arrivati con la rosa un po' corta alla fine della stagione e quest'anno non volevamo fare lo stesso errore. 

    Presidente, la sua è una storia molto particolare. Torinese doc, eppure fin da piccolo era tifosissimo dei Grigi. Quando ha capito che, da tifoso, era arrivato il momento di diventare anche presidente?

    Beh, nella mia famiglia il calcio era molto importante, e la mia fede è sempre stata granata. I miei genitori da piccolo mi portavano a vedere le partite del Toro al vecchio comunale, (ironia del destino, l'attuale stadio olimpico che ospiterà il match di stasera). Poi, quando avevo vent'anni, grazie al gemellaggio con la tifoseria dei Grigi, mi venne voglia di andare a vedere un po' di calcio di provincia: fu così che iniziai ad andare a vedere qualche partita dell'Alessandria. Ovviamente, andavo in curva e quei tifosi mi emozionarono così tanto per il calore che cominciai ad andare anche in trasferta. Di conseguenza, quando è arrivato il momento di poter fare un passo importante per aiutare la società, non ci ho pensato un secondo. Il club non si trovava in buone acque e rischiava il fallimento, perciò nel 2013, quando ho saputo che la precedente proprietà aveva deciso di vendere, ho deciso di farmi avanti e acquistare la società. 

    Quanta conta per una società come la vostra il settore giovanile?

    Noi puntiamo molto sul settore giovanile anche se ci vuole molto tempo per poter raccogliere i frutti, perché avere anche solo un ragazzo a stagione cresciuto nel vivaio è un'operazione che richiede del tempo. L'anno scorso abbiamo deciso di cambiare radicalmente l'organigramma delle giovanili, partendo dalla scuola calcio. Per fortuna abbiamo un ottimo responsabile che si chiama Alberto Sala che viene dal Torino e ha una grande esperienza con i ragazzi. La cultura del settore giovanile è molto importante e noi stiamo lavorando in maniera tale da poter raggiungere dei risultati. Intanto la nostra Berretti è seconda in campionato, ma il nostro obiettivo primario è quello di far crescere i ragazzi del vivaio facendoli allenare con la prima squadra. 

    Quasi tutte le squadre della Lega Pro decidono di far leva sui rapporti con i club più importanti della A e della B. Voi invece vi muovete in maniera diversa. 

    Noi portiamo avanti un progetto basato sulla proprietà, perché il 90% dei nostri ragazzi  sono di proprietà dell'Alessandria. Ma va detto che abbiamo ottimi rapporti con le società di A come il Torino, la Juventus, il Chievo. E poi siamo sempre in stretto contatto anche con Milan e Inter. Con i nerazzurri, in particolare, abbiamo fatto un'operazione di mercato importante questa estate prendendo Bocalon, che era un giocatore dell'Inter e che abbiamo acquisito a titolo definitivo. Ma noi lavoriamo bene anche con Sampdoria e Genoa e abbiamo buoni rapporti un po' con tutte le società. 

    Dopo l'impresa in Coppa Italia, ci sono stati club importanti che hanno fatto offerte per qualche giocatore della vostra squadra?

    Si, qualche società si è fatta avanti e ci sono stati contatti anche con dei grandi club. Ma non sono arrivate offerte irrinunciabili. Noi però adesso abbiamo da raggiungere un obiettivo molto importante, quindi escludo di cedere dei giocatori nel mercato di gennaio. Abbiamo in programma, semmai, di allungare i contratti di alcuni giocatori, anche di ragazzi del 1993 del 1995, affinché possano crescere con noi. Di conseguenza, qualunque offerta arrivasse per un nostro giocatore in questa sessione di mercato sarebbe respinta al mittente perché devono prima far bene da noi. Poi al momento opportuno potranno tentare fortuna nelle categorie superiori.

    Se potesse prendere un giocatore del Milan, quale prenderebbe? 

    Beh ce ne sono tanti, ma non è detto che se ne prendessi uno del loro livello poi in lega Pro sarebbe in grado di fare la differenza. Io ho grande stima di tutti i giocatori del Milan e conosco personalmente Mihajlovic, che oltre ad essere un bravo allenatore è anche una grandissima persona. Stasera lo saluterò molto volentieri, perchè è un mio amico e da qualche anno andiamo pure in vacanza nello stesso posto. In realtà, stasera spero di riuscire a fargli un piccolo sgambetto!
     

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