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  • Allegri è di Livorno o di Pyongyang?
Allegri è di Livorno o di Pyongyang?

Allegri è di Livorno o di Pyongyang?

  • Marco Bernardini
Esiste un luogo, nel nostro Paese, i cui abitanti possiedono una qualità speciale. Quella di saper ridere e di ridersi addosso, quando è il caso. Il posto in questione è affacciato sul mare e, come ogni approdo, le pagine della sua storia contengono la cronaca di fatti e misfatti assortiti spesso difficili da comprendere per la gente della terraferma. Invasioni, rivoluzioni operaie, lotte portuali, contaminazioni etniche, deportazioni, detenzioni coatte, miseria e nobiltà, storie di amore e di coltello, profumi, suoni, notti di lampare e di luna piena uniche al mondo. Umanità ben temprata. E’ lo stesso mare che racconta. Basta starlo ad ascoltare e avere un minimo di orecchio.

Questo angolo di “scoglio”, nel corso dei secoli e con il succedersi delle generazioni, ha prodotto nella gente che lo abita una particolare forma di disincanto rispetto alle regole tradizionali della vita che porta ciascuno dei nativi ad affrontare le grane e gli imprevisti proposti dalla quotidianità in maniera sicuramente seria ma mai seriosa. La risata e lo sghignazzo rappresentano le colonne portanti della filosofia esistenziale che governa questo “fortino” portabandiera della saggia intelligenza affacciato sul mare. Qui la satira non è soltanto costume, ma regola. Da trentasei anni esiste persino un giornale che la celebra, il “Vernacoliere”. La città è Livorno. Uno dei suoi figli si chiama Massimiliano Allegri.

Esiste un luogo, sul nostro pianeta Terra, i cui abitanti possiedono una particolarità speciale. Non ridono mai. Perlomeno non pubblicamente. Al massimo possono sorridere. Siccome il loro colorito della pelle tende al giallo verrebbe da pensare che dietro questa abissale tristezza permanente si nasconde il fatto che non stanno bene di salute  e che, forse, anche per questo masticano tutto il giorno aglio crudo. Ma le statistiche dicono che in questo luogo un po’ strano la mortalità in età prematura si trova a indici bassissimi. Se non sono malaticci, dunque, deve esserci dell’altro. Ebbene sì. Il motivo principale non si chiama itterizia, ma il presidente Kim Jong-un. Meglio, il dittatore e l’unico al quale è consentito di ridere come e quando gli pare. Cosa che, peraltro, gli accade raramente e forse soltanto quando i suoi generali gli comunicano che l’ennesimo esperimento nucleare è perfettamente riuscito. Qualche sconsiderato ha tentato di aprire un varco dentro questo totem di noia mortale. Il direttore di un giornale e il responsabile di “youtube”. Niente di che, per carità. Un paio di vignette comiche e un filmatino alla ridolini. Il primo è stato giustiziato. Il secondo è in galera che aspetta. Questo luogo si chiama Corea del Nord ed è rimasto lì’ultimo posto al mondo dove una risata può uccidere.

Leggo di un comico torinese, Edoardo Mecca, e della signorina Valentina Allegri, figlia del tecnico della Juventus, autori di un video cliccato da mezzo milione di persone prima che venisse censurato e cancellato dalla rete per intervento della società bianconera e della stesso tecnico. Lo recupero o lo guardo con curiosità aspettandomi chissà quali nefandezze. Che dire. Artigianale, forse, ma educato, divertente, leggero come una piuma e persino ammiccante. Se tanto mi dà tanto, Teo Teocoli per le sue “maldinate” avrebbe dovuto essere condannato all’ergastolo. Rob de’ matt , come dicono allo Zelig. Però adesso ho un dubbio: Massimiliano Allegri è davvero di Livorno o, piuttosto, è nato a Pyongyang?
 
Juventus - video parodia "Casa Allegri" di gabriele-roncucci
 

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