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  • AMARCORD: George Weah, dal calcio alla politica. Ad ottobre ci riprova

    AMARCORD: George Weah, dal calcio alla politica. Ad ottobre ci riprova

    • A.P

    E' l'autore del gol del secolo, l'inventore del 'coast to coast'. Corre l'anno 1996, prima giornata del campionato italiano, a San Siro si gioca Milan-Verona: George Weah prende palla ai limiti della sua area di rigore e si invola come un fulmine verso la porta avversaria saltando chiunque si metta in mezzo per poi infilare il portiere degli scaligeri. Un gol, se non il gol, più bello della storia del calcio.

    L'attaccante africano era arrivato a Milano l'anno prima, nel '95, dopo aver vinto il campionato francese con il Paris Saint Germain. Lo stesso anno vince il Pallone d'oro, primo calciatore non europeo a conquistare il premio, il Fifa World Player e il premio di miglior calciatore africano dell'anno per la seconda volta. Prima di vestirsi di rossonero aveva militato nel Friburgo e nel Monaco. Nel gennaio del 2000 lascia il Milan per il Chelsea. Nel suo curriculum una sola macchia: al termine della partita Porto-Milan di Champions League, Weah rompe il setto nasale al difensore Jorge Costa con una testata beccandosi sei giornata di squalifica. Lui si giustifica spiegando di aver perso la testa perché oggetto di sputi e insulti razziali.

    Nato in una delle zone più povere della Liberia, George si è sempre diviso tra calcio, studio e lavoro. A 15 anni il suo primo contratto con una squadra di serie C liberiana dove comincia come portiere per poi spostarsi in attacco. L'amore per il suo Paese è fortissimo tanto che Weah, pur avendo la possibilità di giocare con la nazionale francese, sceglie quella liberiana dove, essendo il più tecnico tra i suoi compagni, gioca come libero.


    Dopo l'addio al calcio decide di aiutare direttamente la sua terra  intraprendendo la carriera politica. Nel 2005 Weah si candida alle elezioni presidenziali. Al primo turno è il più votato ma al ballottaggio è battuto dall'economista Ellen Johnson-Sirleaf. Dopo la sconfitta elettorale, l'ex calciatore denuncia brogli e si autoproclama presidente della Liberia. I suoi sostenitori scendono per le strade scontrandosi con la polizia nonostante i suoi ripetuti inviti alla calma. Il voto alla fine risulta valido ed Ellen Johnson-Sirleaf diventa presidente.
    Ora l'ex attaccante rossonero ha deciso di riprovarci: correrà come vicepresidente di Winston Tubman, candidato  del Congresso per il cambiamento democratico alle presidenziali che si terranno il prossimo ottobre.


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