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  • AMARCORD: Igor Shalimov, da Zemanlandia al calcio femminile

    AMARCORD: Igor Shalimov, da Zemanlandia al calcio femminile

    • Anna Prattichizzo

    Correva l'anno 1991 e in quel di Foggia nasceva una nuova realtà calcistica. Sotto la guida spregiudicata del presidente Pasquale Casillo e del ds Peppino Pavone, tra le abili mani di Zdenek Zeman viene plasmato il Foggia dei Miracoli, una squadra appena entrata in Serie A ma in grado di far vedere i sorci verdi al Milan degli Invincibili e alla Juve di Baggio. Una squadra fatta da Zeman a sua immagine e somiglianza. In quel Foggia muove i primi passi gente come Roberto Rambaudi, Ciccio Baiano, Beppe Signori e i due russi Igor Kolyvanov e Shalimov, arrivati In italia dopo la conquista degli Europei under 21 con la Russia.

     

    Figlio di operai, Igor Shalimov comincia la sua carriera nello Spartak Mosca. Nel 91 viene acquistato dal Foggia. La leggenda narra che alla richiesta di un miliardo e 400 milioni avanzata dallo Spartak, Casillo rispolvera l'antico baratto e invia a Mosca un camion di grano. 
    A Foggia il centrocampista trova la sua America: calcio, sigarette, fidanzata russa di professione fotomodella e frequenti sortite notturne a Roma e Milano. Ed è proprio l'amore per la bella vita che segna negativamente la sua carriera. La positiva esperienza pugliese, sotto l'aura protettiva di Zeman, finisce un anno dopo. Il russo viene acquistato dall'Inter dove il primo anno dà bella mostra di sè segnando nove gol. L'anno successivo il suo rendimento cala e viene ceduto al Duisburg. Di lì comincia il suo girovagare: finisce prima a Lugano e poi torna in Italia dove gioca  prima nel Bologna, poi nell'Udinese e infine nel Napoli. Ed è propio a Napoli che si interrompe la sua carriera dopo una squalifica di due anni per uso di nandrolone. Lui si giustifica dicendo di aver mangiato carne cruda inconsapevolmente trattata con nandrolone su consiglio di un medico che lo stava curando a Mosca per un'emorragia. La giustificazione però non convince.

    Appesi gli scarpini al chiodo, Shalimov inizia timidamente la carriera di allenatore di piccoli club. In mezzo c'è anche il matrimonio con la bella scrittrice russa Oksana Robski nel 2008. Unione che dura solo sei mesi.

    Oggi Shalimov ha 42 anni: sulla sua testa non ci sono più i capelli ricci e neri tirati all'indietro con il gel, il suo viso è molto lontano da quello scavato, pallido e spigoloso che conosciamo. Nel vederlo è difficile riconoscere i tratti del giocatore che fu. Dopo anni di nomadismo però l'ex Foggia ha finalmente trovato pace. Dal 2008 è ct della nazionale russa femminile.
    Esiste forse modo migliore per unire donne e calcio, le passioni di una vita?


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