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  • Nicchi contro il Milan e la tecnologia: gli arbitri hanno paura di perdere il potere

    Nicchi contro il Milan e la tecnologia: gli arbitri hanno paura di perdere il potere

    Dopo Blatter e Platini, nell'allegra compagnia di giro che vive nel mesozoico perchè si oppone alla tecnologia nel calcio, mancava soltanto lui, Marcello Nicchi, presidente degli arbitri italiani. Dopo avere letto le sue ultime esternazioni a proposito del gol non gol di Catania, siamo a posto. Sentite un po'.

    "Su quello di Muntari in Milan-Juve c'è poco da discutere, l'abbiamo visto tutti, io ero allo stadio, è stato un errore anche grossolano e la prima cosa che abbiamo fatto è studiare come sia potuto accadere. È come quando un portiere sbaglia un intervento, un attaccante un gol, o una zolla diventa decisiva.

     L'episodio di Catania, invece, è diverso. Il gol di Robinho non c'era, nessuno può dimostrare che era gol. Si parla di una cosa che non esiste, la palla non era entrata, lo sostengo con forza, quello non era gol".

    E ancora: "Siamo favorevoli all’arbitro di linea, non saranno gli arbitri ad ostacolare questo progetto», «Quando gli arbitri parleranno a fine partita? Quando i media saranno maturi come lo siamo già noi. La tecnologia? Sono sempre bene accette le cose che ci possono aiutare, ma non dipende degli arbitri introdurre qualcosa di tecnologico, se arriva siamo i primi ad essere felici, se serve per eliminare le discussioni. Gli arbitri di linea? Più occhi hanno la possibilità di vedere di più, ma più occhi interpretano diversamente da una telecamera. Se c’è questa possibilità gli arbitri non saranno quelli che ostacoleranno questo progetto. 

    Gli arbitri ai microfoni nel dopo gara? Eravamo molto vicini, ma dopo gli ultimi fatti dobbiamo rallentare. Oggi non è ancora il momento. Se dopo un errore, che può capitare, se ne continua a parlare per 5 mesi vuol dire che non siamo ancora maturi per questa novità. Sento poi troppe telecronisti che fanno la telecronaca dell’arbitraggio, non va bene, perchè quello che accade in campo non è quello che si vede dalle telecamere. La tecnologia del gol-non-gol se arriva siamo contenti, ma bisogna chiedersi: ne vale la pena spendere questi soldi solo per la serie A, e magari avviene un solo episodio in stagione? O conviene investire questi soldi nei settori giovanili?»

    A parte il fatto che, nella fluviale esternazione nicchiana, non c'è mai lo straccio di una parola di cinque lettere che comincia per esse e finisce per e: scuse. Scuse per gli obbrobriosi errori commessi da arbitri e guardalinee in una delle loro peggiori stagioni. Scuse per questa insopportabile arroganza del potere. Scuse per avere detto in campagna elettorale che gli arbitri sarebbero andati davanti alle telecamere a spiegare i loro errori e, sinora non ne abbiamo mai visto manco uno, con la scusa che i termpi non sonon ancora maturi. Ma maturi de che? E chi lo stabilisce se direttori di gara e assistenti siano maturi, Nicchi?

    A parte tutto questo, Nicchi  lasci stare i settori giovanili e gli investimenti che lì devono essere fatti a prescindere, come direbbe Totò, ma questo è un compito che spetta alla Federazione e non alla presidenza dell'Aia.

    Quanto poi agli arbitri di porta, ci mancherebbe altro che la categoria presieduta da Nicchi si opponesse: ma che cosa si credono di essere?

    Rimane, insoddisfatta, la curiosità di sapere chi, in sogno o mediante un'apparizione divina, abbia garantito a NIcchi che a Catania non ci fosse il gol del Milan. Rimane, certa, una constatazione: il massimo rappresentante degli arbitri italiani si oppone alla tecnologia perchè, come Fifa e Uefa, ha paura di perdere il potere di condizionare una partita.  Ci vorrà del tempo per sconfiggere i dinosauri. Ma l'occhio di falco nel tennis,il fotofinish nel ciclismo, la moviola nel rugby, l'istant replay nel basket  sono lì a dimostrare che lo sport va avanti. E lascia nelle caverne chi pretende di assoggettarlo a regole fuori dal tempo.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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