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  • Andrea, è tempo di avere l'Agnelli Cup

    Andrea, è tempo di avere l'Agnelli Cup

    • Marco Bernardini
    Quello di novembre è un mese piuttosto particolare per la famiglia Agnelli. Il giorno 1, cioè oggi celebrativo di Tutti i Santi, nasceva Umberto il terzo maschio della dinastia (Giorgio, secondogenito, scomparve avvolto nel mistero), destinato al ruolo di vicerè. Il giorno 15 dello stesso mese se ne andava, con un rumore assordante che lui non avrebbe gradito, Edoardo il figlio maschio dell’Avvocato il quale malgrado tutti gli sforzi fatti in seguito per “dimenticarlo” sopravvive in qualità di anima fragile e leggera per ricordare a tutti i papà e le mamme del mondo che l’amore e l’affetto sono valori irrinunciabili e assai più pesanti del denaro e del potere. 

    Umberto fu presidente rivoluzionario in grado di rivoltare positivamente come un calzino frusto la Juventus che, con Sivori e con Charles, avrebbe aperto un ciclo epocale. Il fratello di Gianni agì in maniera discreta e priva di effetti speciali secondo quella che era la sua indole personale. I risultati furono memorabili. Edoardo avrebbe desiderato poter ripercorrere, in senso sportivo, il percorso segnato dai passi dello zio il quale, dato non indifferente, era l’unico della famiglia insieme con la sorella Margherita ad ascoltarlo e a prendere sul serio i suoi stati d’animo controversi e i suoi pensieri alternativi troppo visionari secondo chi avrebbe dovuto stargli vicino. Un ruolo pubblico che il figlio dell’Avvocato non potè ricoprire perché i tempi, forse, non erano maturi o perché le stelle avevano disegnato altro per lui. Come per Giovanni Alberto, del resto, detto Giovannino. I due pezzi mancanti della Famiglia.

    Il presidente della Juventus oggi è Andrea Agnelli. Cancellando i diffidenti e conquistando anche i perplessi, l’ex ragazzino che lavorava a Londra in Philip Morris ha dimostrato di essere l’uomo giusto al posto giusto. Anche nella scelta dei suoi più stretti collaboratori da Marotta a Paratici per arrivare, probabilmente, anche alla figura per forza di cose defilata di Antonio Giraudo. Sotto la guida dell’unico rappresentante della dinasty che ancora porta il cognome di Agnelli la Juventus è cresciuta in maniera esponenziale superando di parecchio gli stretti e talvolta occasionali confini sportivi. La società bianconera, oltre ogni ragionevole dubbio, è andata oltre le famose Colonne d’Ercole dei miti antichi ed è già atterrata nel Futuro. Ciò che avrebbe voluto realizzare Silvio Berlusconi con il suo Milan, ora d’antan, prima di perdere i pezzi per strada a causa della smodata presunzione socio-imprenditorial-politica. Sempre molto pericoloso giocare con elementi così esplosivi e, di fatto, inconciliabili. Chiedere a Cecchi Gori figlio per più dettagliate informazioni.

    La Juventus che verrà, molto presto, sarà certamente anche quella annunciata al momento per desiderio dal suo presidente. Un soggetto nevralgico per l’intero movimento calcistico internazionale anche lui destinato, celermente, ad aprire orizzonti nuovi e più ampi per la soddisfazione degli appassionati e per il buon funzionamento economico della stessa azienda del pallone. Il Campionato Mondiale per Club è alle porte e i grandi Networks televisivi già si stanno organizzando in concerto con i padroni del giocattolo. In attesa dell’evento, scontato come la discesa del primo uomo su Marte, la Juventus potrebbe e anzi dovrebbe organizzare un succulento happy hour di assaggio. Miglior architetto di Andrea Agnelli non potrebbe esserci. Lui, nel nome della sua Famiglia.

    Un trofeo dedicato e intitolato a tutti cloro che per la Juventus e per il popolo bianconero hanno rappresentato il cuore e la mente. Una "Agnelli Cup" da disputarsi una volta all’anno, magari nel mese di dicembre, in quel gioiello di avanguardia che è lo “Stadium” di Torino nel nome di Gianni, di Umberto, di Giovannino e di Edoardo con, ospite d’onore irrinunciabile, il presidente dei presidenti Giampiero Boniperti. Non un defilèe fine a se stesso e ad uso del botteghino, ma un evento estremamente serio per valenza agonistica e anche redditizio con la partecipazione delle grandi firme del calcio. Barcellona, Real Madrid, Chelsea, Manchester United, Benfìca, Bayern Monaco, Paris Saint Germain, Zenit, Corinthians, San Lorenzo, New York City e Al Jazira. Oltre naturalmente alla Juventus. Sarebbero le prove generali per quel che ci attende domani nel nome di chi ha fatto conoscere e amare al mondo intero il gioco del pallone

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