A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Luigi Agnolin, ex arbitro
“Juve-Napoli ad un arbitro straniero? Quando la globalizzazione fa passi da gigante, penso che se un arbitro arrivasse dai paesi stranieri impiegherebbe due minuti a sapere cosa succede nel nostro campionato. Il problema principale è che il campionato italiano si regge sull’organizzazione della Lega. Non voglio fare paragoni col passato ma questo refrain si avverte ogni anno. I tempi sono cambianti, gli impegni economici da parte dei club sono dilatati ma è una scadenza che si ripropone sempre. Gli arbitri dovrebbero saper incassare le critiche per non diventare schiavo delle stesse. Ai miei tempi c’erano tre arbitri ma in realtà ce n’era uno. Loro non intervenivano mai sui falli, con dei cenni mi facevano presagire qualcosa. La divisione dei compiti permette a tutti di avere un campo ristretto però sono dell’idea che una partita si dirige, il match non vive di un singolo episodio. Dirigere significa prevenire un atteggiamento, non incidere sul match, restare in penombra.