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  • Arzago, Gritti resta grave. Il bomber in coma

    Arzago, Gritti resta grave. Il bomber in coma

     

    Tutta Arzago tifa per Leonardo Gritti, il giocatore simbolo della squadra locale di calcio, colpito da un malore giovedì sera dopo avere giocato una partita al centro sportivo del paese. Il trentottenne di Treviglio è ricoverato in condizioni critiche al San Raffaele di Milano, nel reparto di Cardiologia del nosocomio milanese: qui è stato trasferito ieri in tarda mattinata dal Policlinico San Marco di Zingonia dove giovedì sera era stato sottoposto a coronografia. 
     
    La prognosi è riservata, il paziente è mantenuto in coma farmacologico, come spiegato dal sindaco di Arzago, Gabriele Riva, amico di Gritti e l'altro ieri in campo con lui: «Attendiamo l'evolversi della situazione anche se il quadro clinico è molto preoccupante. Un aiuto di certo Leonardo lo ha ricevuto quando è stato tempestivamente soccorso da un nostro dirigente della squadra e poi dal personale del 118 con il defibrillatore. Speriamo che tra tante sfide giocate, Leonardo vinca quella più difficile». 
     
    Gritti è considerato dalla gente del paese un arzaghese d'adozione anche se originario di Treviglio. Da dieci anni milita nella squadra US Arzago, ora in seconda categoria, diventandone la bandiera, il capitano e bomber per eccellenza, ribadito anche nella stagione appena conclusa con 17 gol. Un giocatore carismatico che ha portato al servizio della squadra le sue capacità, espresse al livello professionistico anche nel Monza, in serie B, e nel Leffe in C2. 
     
    Giovedì sera alle 21,30 aveva appena terminato la partita d'apertura del terzo torneo alla memoria di Erminio Aloardi, disputata senza affanni. Dopo la doccia nello spogliatoio il giocatore ha però accusato un malore. È stato subito soccorso da Marco Rossetti, dirigente del settore giovanile dell'US Arzago: l'amico gli ha praticato la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco in attesa dell'arrivo dei medici del 118, che grazie al defibrillatore hanno poi evitato che si consumasse il dramma.

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