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  • Ascacibar, tra la Juve e la chiamata di Zanetti: ecco il nuovo Mascherano

    Ascacibar, tra la Juve e la chiamata di Zanetti: ecco il nuovo Mascherano

    • Stefano Benzi
    Venti anni li ha compiuti: l’esordio in prima squadra lo ha fatto da un pezzo; quello con le nazionali giovanili pure vestendo anche la fascia da capitano. Ha avuto modo di conquistare la stampa argentina e il rispetto di chi non tifa Estudiantes ma ancora qualcosa manca... Parliamo di Santiago Ascacibar, uno dei nomi più attesi del mondiale Under 20 clamorosamente uscito al primo turno dopo due sconfitte (3-0 dall’Inghilterra e 2-1 dalla Corea del Sud) con un’unica e inutile vittoria per 5-0 sulla Guinea. 

    Inutile girare intorno al comodino: l’Argentina ha giocato davvero male, non è stata fortunata ma in una formula che non ammetteva errori ha commesso troppe ingenuità e ha perso l’unica partita che non ci si poteva permettere di perdere, la prima. Giusta quindi l’eliminazione di una squadra impalpabile in avanti e poco consistente sui lati. Nel bel mezzo di una delusione cocente poi c’è lui: il Dogo, El Leon, come lo hanno soprannominato i periodistas argentini. Ascacibar che ha giocato tutte le gare del mondiale da capitano e titolare, mai sostituito, è uno splendido centrocampista con tanta qualità e una cattiveria di gioco davvero efficace, quando non lo porta a esagerare. 

    Santiago nasce a Villa Elvira, uno dei quartieri più caratteristici di La Plata: il 12 de Septiembre è la prima squadra che gli dà un cartellino e visibilità. Il ragazzo esordisce a sette anni con la Under 12 giocando da trequartista. L’anno dopo l’Estudiantes lo inserisce nelle sue giovanili e i tecnici de Los Pincharratas (soprannome curioso, gli accoltellatori di topi… pare che derivi dagli studenti dei laboratori di medicina e dai loro esperimenti, l’Estudiantes ha un’origine universitaria) gli cambiano immediatamente ruolo.   

    Un tardivo sviluppo fisico (Santiago non è un colosso in altezza e non arriva al metro e settanta) consiglia di impostarlo come volante central, il classico ruolo di play basso che quasi tutte le squadre latinoamericane adottano a volte con un solo centrale isolato a volte con due giocatori davanti alla difesa. Uno dei suoi primi grandi estimatori è Juan Sebastian Veron che lo vede giocare nella giovanile e chiede al tecnico di portare il ragazzino nella prima squadra. Veron, da sempre, è convinto che Ascacibar sia il nuovo Mascherano: “Deve crescere in consapevolezza ma ha numeri straordinari – dice l’ex giocatore di Inter, Parma, Lazio e Sampdoria – ha una combattività innata, sa come portare avanti la squadra e credo che sia il giocatore che ho visto più volte entrare in tackle in vita mia. È un mastino, non ti molla un attimo”.

    Veron, che ora è il presidente dell’Estudiantea, sta facendo un lavoro incredibile con il settore giovanile: ben quattordici i ragazzi under portati in prima squadra in soli due anni. Ma senza clausole rescissorie impossibili. Veron sa che così com’è capitato a lui qualcuno andrà via, l’importante è che ci sia sempre qualcun altro pronto a sostituirlo. In Argentina non puoi permetterti di trattenere nessuno. 

    ​Ascacibar non è un ragazzo venale: studia, vuole ottenere una laurea in antropologia, è molto legato alla sua famiglia e alla città. Adora Los Leales, i tifosi dell’Estudiantes e il suo sogno è vincere qualcosa in Argentina prima di andarsene. Ha già portato a casa un trofeo come miglior centrocampista del Campeonato Argentino ed è al vertice della classifica per palloni recuperati. 

    In assoluto nelle diciassette partite che ha giocato da titolare è stato il secondo giocatore per numeri di passaggi completati. Chi lo vuole deve presentarsi ai suoi agenti (ManagerFoot) con non meno di 11 milioni di euro. Ma il momento, dopo il fallimento dell’Argentina al mondiale Under 20, è questo. Il suo contratto scadrà alla fine del giugno 2019: l’anno prossimo Ascacibar sarà certamente un protagonista dei mondiali. Veron ha ricevuto un interessamento da parte della Juventus e una telefonata personale da Javier Zanetti: l’Inter è in pole position, ma lo vogliono anche l’Atletico Madrid e il Liverpool che in questo momento ha una gran quantità di denaro da spendere e che quando sente parlare di “erede di Mascherano” saltano in piedi buttando per terra anche il tavolo. 

    Il mercato dunque è aperto. Sempre che il ragazzo, che ha molta testa e valori che vanno al di là del denaro, non risponda “no grazie” a prescindere. Conoscendolo non sarebbe una sorpresa.
     

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