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  • Presunzione e genialità, Gasperini è una macchina da soldi

    Presunzione e genialità, Gasperini è una macchina da soldi

    • Stefano Benzi
    Gasperini dicevamo… Ammetto che ho una grande ammirazione per questo tecnico e per i suoi trascorsi e che in tre o quattro tra le più belle partite che abbia mai visto (in particolare un Inter-Genoa e un Genoa-Udinese) in panchina c’era lui. Gasperini non è immune da difetti: ha una scorza abbastanza dura, è sicuro del fatto suo e del modulo che vuole proporre. A volte persino troppo, magari con il rischio di passare per borioso o arrogante. In realtà Gasperini ha l’abilità non comune di portare giocatori di estrazione, scuola e attitudine diversa, a un progetto comune.

    Ed è una cosa che si vede sempre meno nel calcio di oggi: perché se hai i miliardi, e puoi permetterti i giocatori che fanno la differenza, vale tutto. Ma se alleni il Genoa, o l’Atalanta, e gli ingredienti sono quelli che sono, se riesci a creare qualcosa di veramente atipico e personale vuol dire che sai fare il tuo mestiere.

    Nei due stint con il Genoa Gasperini ha ottenuto un rate di vittorie del 43% prima e del 36% poi. Con l’Inter non è nemmeno riuscito a giocare una partita di campionato: ma si consoli. Fa coppia con Mancini che costava sei volte quello che costava lui. A Bergamo è già oltre il 58% con sette successi in dodici partite: ma a impressionare è la qualità del gioco, il dinamismo, la frenetica fase offensiva. Chi ha guardato molte partite del Genoa nel periodo migliore gestito da Gasperini oggi guarda l’Atalanta e dice... “Belin, sembra il Genoa che andò in Europa League
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    Già... molti sostengono che gli allenatori migliori siano quelli che vincono in qualsiasi condizione e adattandosi a qualunque modulo: altri, in particolare dopo l’avvento di allenatori che hanno un po’ di fama in più di Gasperini (Guardiola, Klopp, Luis Enrique e se vogliamo andare un po’ indietro nel tempo Eriksson), sostengono che gli allenatori più importanti sono quelli che lasciano un’impronta, che incidono nel gioco della prima squadra ma che mettono le mani anche nella Primavera. Sono allenatori che fanno sistema, che strutturano una filiera di giocatori che, se il meccanismo non si interrompe, rendono un sacco di soldi. A volte funziona, ed è bello vedere quando accade. Altre no: e passi per presuntuoso.

    Una volta, durante una cena, dissi a Gasperini... “Certo che se ti fossi fatto pagare da Preziosi il 3% di quanto gli hai fatto guadagnare in cessioni ora avresti decuplicato il tuo stipendio”. Il Gasp sorrise e disse “Io alleno i giocatori, è normale che la società faccia il suo mercato...”. Anche se di mercati il Genoa ne faceva sistematicamente due: togliendogli a gennaio quello che Gasperini aveva creato a luglio.

    Fate due conti: Thiago Motta (parametro zero), Milito e Criscito sono partiti per una fortuna facendo dimenticare altre cessioni meno eccellenti (Capel, De Maio, Perotti, Antonelli, Kucka, Vrsaljko, Bertolacci, Rafinha, Jankovic, Palacio, Bocchetti, Papasthatopoulos) e altri giocatori ancora che il Genoa ha acquistato e venduto senza aver nemmeno avuto la gioia di vederli in campo con la maglia rossoblu: come Lavezzi ed El Shaarawy. A Genova Gasperini ha molti ammiratori e diversi detrattori. Probabilmente perché quando ebbe tensioni con i capi ultrà in conferenza stampa fece nomi e cognomi e gli toccò girare con la scorta. Altra ammissione: lo ammiro anche per questo.

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