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  • Atalantamania: calcio vero, Dea finta

    Atalantamania: calcio vero, Dea finta

    È calcio vero, ma speriamo che sia stata un'Atalanta finta. Fosse quella vera, ci sarebbe da preoccuparsi. E preoccuparsi parecchio. Esordio da cancellare, da vendicare, da ribaltare. C'è tempo una settimana: per riflettere sugli errori e rimediarvi.

    Si parte col 4-3-3, tema d'una estate. Anzi no, l'esperimento – che doveva essere certezza – finisce in ghiacciaia dopo poco: riciclato in un 4-3-1-2, ma i numeri non bastano a cambiare l'essenza. Quella dell'Atalanta è spenta, s'accende solo con la zuccata dell'Avvocato e si smorza dopo qualche ticchettio di lancette.

    Cigarini non gira, Jack non fa saltare il banco, la difesa non pare proprio arzilla, l'attacco stenta. Il Cagliari, invece, è un tripudio di bollicine, danza sulle punte, squarcia il campo, mette la freccia e vince con merito. A poco, a nulla serve recriminare sul palo, dove si sono infrante le speranze con la palla calciata da Livaja. Sconfitta meritata, e quanto brucia. Per riscattarsi, c'è un'altra sfida a una diretta concorrente. Meglio rifarsi subito, perché poi arriva l'uno-due temibile: Napoli e Fiorentina, il rischio di finire viola è altino

    Occorrerà prendere il Toro per le corna, sperando che le armi del Cagliari non vengano buone pure ai granata: la velocità su tutte, dalla rapidità di Ibarbo e Sau alla frizzantezza di Cerci, rischi grossi. E il fattore campo? Gli abbonamenti, che già non erano alle stelle, difficilmente si gonfieranno in questa settimana. Ma adesso più che mai servirebbe il calore del pubblico bergamasco: serve di nuovo trasformare il Bortolotti in un fortino (un solo successo casalingo nell'ultimo girone di ritorno), serve una vittoria. Serve un'altra Atalanta. Altrimenti, con un altro passo falo, la partenza in salita diventerebbe un Ottomila che neanche Simone Moro...

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