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  • Atalantamania: esiste una Dea anche senza il Papu

    Atalantamania: esiste una Dea anche senza il Papu

    • Marina Belotti
    Se dici Atalanta, dici Papu. «Si è intasato il sito dalle richieste!», ha commentato stupito su Instagram Alejandro Dario Gomez poche ore fa, quando la moglie Linda Raff ha iniziato a promuovere su Internet non solo la sua collezione di costumi da bagno, ma anche i prodotti ufficiali “Baila como el Papu”: fasce da capitano autografate, cover per smartphones, magliette con il suo corpo a fumetto nella celebre mossa che sta facendo il giro dei villaggi vacanze.

    PAPU DINHO- Un trend che testimonia la Papu-mania scoppiata a Bergamo: la sua palestra fa il pieno di atleti, la hit degli Autogol ha più di 19 milioni di views, ‘la piada del Papu’ è il cibo preferito in città bassa, code e code come mai si erano viste stanno fuoriuscendo dallo Store per fare l’abbonamento, perché quest’anno ci sarà ancora lui, quell’uomo da 165 cm che però non riesce a passare inosservato né allo stadio né in pieno centro, assalito dai fan. Perché il Papu la scorsa stagione è stato il nostro Ronaldinho: nessuno dal 2009-2010 segnava più la doppia-doppia, doppia cifra sia nei gol che negli assist. Il brasiliano arrivò a 12 gol e 13 assist, il Papu ha centrato quota 16 e 12, e per un solo passaggio sotto porta non ha superato il Dinho. Ogni anno a Bergamo è cresciuto sempre di più e i numeri del lontano 2014 lo testimoniano: 24 prestazioni, 3 reti e 3 assist allora, a fronte delle 37 presenze in campo, condite dalle 28 giocate vincenti attuali. Reti quintuplicate, assist quadruplicati. Difficile pensare a un libro senza copertina, impossibile pensare a una Dea senza il suo uomo chiave. Ma, tolto il Papu, cosa resterebbe dell’Atalanta?         
      
    BAILA SIN EL  PAPU- Nonostante “il nano infame”, appellativo scherzoso dato dai compagni sui social, incanti ogni squadra in cui militi e anche Catania a suo tempo si sia identificata in lui, l’Atalanta di oggi, l’Atalanta Europea, esiste e punge anche senza “l’acquisto” più importante del suo calciomercato estivo. Certo, il Papu dà un grosso aiuto con il suo spirito trascinatore nell’area piccola e nello spogliatoio, ma già l’anno scorso gli atalantini hanno dimostrato di non dipendere da lui: giocando sempre da squadra, cercando l’intesa fra tutti i componenti, dando il meglio di sé nel proprio reparto. Toloi ha assunto volentieri l’incarico di capitano di giornata saggio e capace e, a Roma, complice la squalifica dell’ala sinistra, siamo scesi in campo orfani dell’argentino. Nonostante ciò, abbiamo guadagnato un punto importante in un momento delicato, quando l’Europa era tutt’altro che certa, contro un’avversaria che sperava ancora nello scudetto: con il 3-5-1-1 proposto dal Gasp, si sono visti in campo sia Hateboer che Conti, il carro armato Petagna, e Kurtic a far male lì davanti, autore della rete del momentaneo vantaggio.

    ALTACH CONQUISTATA- Ma è stata contro il Borussia Dortmund la vera prova del 9, senza il nostro 10. Non solo per saggiarci contro una squadra forte a livello europeo, in una trasferta lontana da casa, ma anche per schierare i nerazzurri senza il Papu, fuori per affaticamento, abituale punto di riferimento. Di punti però ne abbiamo fatti addirittura tre e, guarda caso, proprio grazie al giocatore che ha sostituito Gomez, Ilicic. Che prima ha raccolto un’intesa forte con Spinazzola sfiorando il gol e poi l’ha messa dentro per davvero nella consonanza perfetta con Freuler. E non solo di Gomez non si è sentita la mancanza: non c’era nemmeno Caldara in Austria, sostituito da un Palomino che convince sempre di più, con un Castagne che rimpiazza al meglio l’ex Conti, e con i due amici sloveni, coppia formidabile sul rettangolo verde. A un quarto d’ora dal fischio finale è subentrato pure Vido, che con un’incornata ha rischiato il raddoppio. Punta centrale ma anche ala sinistra, persino il talento scuola Milan può fare le veci di Gomez, che come lui è sia ala, sia (da 4 giorni) attaccante: parola del fantacalcio.

    NON È LA FINE- Un attaccante che non ha ancora finito di segnare per noi e che in questo momento si sta ricaricando a Dubrovnik, la Ragusa della Croazia, per tornare al meglio. Ma con il doppio impegno alle porte, l’Atalanta può pizzicare sotto porta anche senza il Papu, che non resterà in eterno. Il contratto fino al 2022 dipinge una realtà che non sarà quella futura: i suoi sogni sono altri e c’è di mezzo una Champions League. Il grande salto per lui arriverà, ma l’Atalanta saprà volare anche senza la sua ala. Perché, sarà anche solo un proverbio ma, morto un Papu, se ne fa sempre un altro.
    Marina Belotti

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