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  • Atalantamania:| Qualcosa di incredibile
Atalantamania:| Qualcosa di incredibile

Atalantamania:| Qualcosa di incredibile

Tante volte, ultimamente, a Bergamo aveva risuonato un sussurro dolce dolce: non ci posso credere. Un po' come Rolando, alias Aldo, negli anni migliori di 'Mai Dire Gol'. Un'incredulità stupita e gioiosa, per le tante magie regalate dall'Atalanta di Percassi e Colantuono. Come quando rifili quattro schiaffi alla Roma, come quando stupisci tutti e ti salvi partendo con un fardello di sei punti di penalità e nonostante bufere e grandinate di tipo giudiziario-sportivo (Masiello perso per strada) e soprattutto 'morali' (Doni...). Come quando fai il colpaccio nella tana del Diavolo. Ieri, invece, è successo qualcosa di diverso. Di paradossale: l'incredibile, questa volta, ha avuto riflessi più negativi che mai.

Eppure, tutto sembrava apparecchiato per una bella scorpacciata. Un primo tempo convincente e il ritorno al gol di German Denis. Il rigore di Rolando Bianchi - uno dei tanti talenti svezzati da Mino Favini - una beffa, ma la vittoria sembrava agilmente alla portata. Non è stato così. Perché il calcio non è come la matematica. Nulla è regolato da leggi scientifiche: il più democriteo degli sport, parafrasando il Sommo poeta. Il caso è padrone, il destino è impietoso: un quarto d'ora in cui tutti gli episodi vanno storti, ed ecco che il massacro è servito. Il punteggio è crudele e beffardo: fa male, è eccessivo e immeritato. Ma ormai il latte è versato in abbondanza: nell'asciugare la pozzanghera, non resta che guardare avanti.
 
Prendiamo quel che di buono s'è visto e facciamone tesoro. Domenica, all'Olimpico, c'è soprattutto una cosa da non fare: pensare che la Roma sia alla canna del gas. E' addirittura peggio incontrare i capitolini dopo la scoppola incassata contro la Juve: saranno arrabbiati e coveranno vendetta. Per tornare a sorridere, la Dea dovrà ritrovare il carattere di un tempo: quello dell'anno scorso. Sana cattiveria, carattere, i gol di Denis e i guizzi di Moralez. La solidità difensiva, le cavalcate di Schelotto e una concentrazione sempre ai massimi livelli. Qualcosa, ultimamente, è mancato all'appello. Ma Colantuono, skipper d'eccezione, sa come invertire la rotta recente.

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