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  • Atalantamania:| Volevamo sognare, ma...
Atalantamania:| Volevamo sognare, ma...

Atalantamania:| Volevamo sognare, ma...

E' stato bello crederci, sognare una bella cavalcata in Coppa. Avrebbe avuto un sapore dolcissimo soprattutto con l'approssimarsi dell'anniversario dei cinquant'anni da quello storico, epico trionfo. La tripletta di Domenghini che regalava un sogno, la Coppa Italia in bacheca: che bello sarebbe stato, rinverdire quei ricordi. Ma è andata in maniera diversa. E' mancato il giusto approccio, quella cattiveria che avrebbe potuto fare la differenza. Entrare in campo con rabbia, con le motivazioni di chi ambiva a un pezzettino di storia.

Invece si è stati traditi dai singoli e pure dal collettivo: dagli errori di un Consigli che sembra soffrire di una 'maledizione dell'Olimpico' (l'incertezza sul primo gol ha riportato alla memoria la 'papera' dell'ultima retrocessione, ma il portierone nerazzurro non si può certo crocifiggere per una serata storta) e da una manovra offensiva incapace di creare vere occasioni da rete. La testa ritorna sul campionato, verso il rush finale di questo 2012. La vittoria contro il Parma è stata fondamentale per mettersi alle spalle la striscia di tre amarezze. Per la gara contro i ducali, Colantuono è stato accontentato: pochi applausi, poco bel gioco, ma tre punti in tasca. 

Un po' di sana sofferenza, qualche brivido lungo la schiena, un'Atalanta opaca ma vincente. Meglio non fare gli schizzinosi: era d'obbligo vincere. Prima del Natale si chiude in bianconero. E, sull'impegno quasi imminente contro la Juve, ci si può affidare alla cabala: dopo aver castigato Milan e Inter, la par condicio impone lo sgambetto anche per l'altra grande d'Italia. Confermarsi ammazzagrandi, togliersi un nuovo sfizio. Con un'avvertenza: saper essere letali anche contro le pari grado. Perché è vero che le vittorie di spicco sono gemme uniche che impreziosiscono la stagione, ma la salvezza passa soprattutto dagli scontri diretti.

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