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  • Federica Fontana e un compleanno speciale con Finocchio, Barone e Inzaghi 'che si rifiutò'
 Federica Fontana e un compleanno speciale con Finocchio, Barone e Inzaghi 'che si rifiutò'

Federica Fontana e un compleanno speciale con Finocchio, Barone e Inzaghi 'che si rifiutò'

CAMPIO-NATI IL 30 APRILE. Auguri di buon compleanno a: 

GIUSEPPE SANNINO 1957 ex centrocampista in serie C e D fino al 1988. Come allenatore si segnalò prima vincendo il campionato di C2 con Pergocrema e Lecco e quindi portando il Varese in 2 stagioni, 2008-09 e 2009-10,dalla C2 alla serie B. L'anno successivo, arrivò ai play-off, perdendo in semifinale col Padova. Ha quindi allenato il Siena in serie A nel 2011-12, ottenendo la salvezza e raggiungendo la semifinale di Coppa Italia. A giugno 2012 arriva a Palermo alla corte di Zamparini.Viene ovviamente esonerato il 16 settembre, richiamato il 12 marzo 2013 al posto di Gasperini, ma non riesce ad evitare la retrocessione. Nel giugno 2013 firma per il Chievo, ma viene esonerato il 12 novembre. A dicembre passa in Inghilterra al Watford, sostituendo Gianfranco Zola, e ci resta fino al 31 agosto 2014. A Catania subentra a Pellegrino il 14 settembre 2014, ma si dimette dopo 3 mesi, sostituio dallo stesso Pellegrino. Nell'ultimo campionato ha sostituito Castori nel Carpi il 29 settembre 2015, ma dopo 5 partitelasci a a sua volta la panchina al rientrante Castori. E' considerato un sacchiano. "La mia filosofia di calcio non prevede un trequartista, ma parlare di 4-4-2 è un limite. Sono solo numeri, quello che conta è la disponibilità dei giocatori a correre, a muoversi sul campo. Per me non esistono l'esterno destro, il centrocampista centrale o il terzino. Ci sono gli attaccanti, i centrocampisti, i difensori. Quello che conta è lo sviluppo del modulo, l'interscambiabilità degli uomini sul campo". Da ragazzino era soprannominato “ciabattino” perché girava in in inradito anche d'inverno, a Torino. Nei primi tempi dopo il ritiro come calciatore ha lavorato come addetto alle pulizie nell'ospedale psichiatrico di Voghera. Il pomeriggio allenava gli Allievi della Vogherese. 

SIMONE BARONE, 1978, ex centrocampista di Parma, Padova, Alzano Virescit, Chievo,
Palermo, Torino, Cagliari, Crociati Noceto, Livorno. Ritiratosi nel 2013, attualmente allena gli Juniores del Parma. 16 partite in nazionale, è stato campione del mondo nel 2006, giocando in tutto 39 minuti, contro la Cechia nella fase a gironi e l'Ucraina ai quarti. “Certe volte mi chiedono se sento mio quel Mondiale. Mi viene da ridere. Ho giocato due partite e ho fatto parte di un gruppo pazzesco, unito come un pugno, certo che quel Mondiale lo sento mio. L’avevo vissuto passo dopo passo, senza farmi illusioni. Il primo step era restare nel giro della nazionale, poi quello più importante era entrare nella lista dei convocati, a quel punto l’ambizione massima diventava scendere anche in campo con la maglia azzurra. Ho vissuto queste tre pagine della mia vita con un’emozione e una carica pazzesca. Mi sento un uomo e un giocatore fortunato”. Nella prima delle due partite partecipò al contropiede che portò al raddoppio, attendendo invano il passaggio di Pippo Inzaghi, che preferì invece scartare Cech e fare tutto da solo. 

 

"Correvo, correvo e dentro mi dicevo: 'Non me la dà, non me la dà...'. In tribuna c'erano mio padre e mia madre, mia sorella, la mia ragazza e certo loro erano quelli che più di tutti aspettavano quel passaggio. Io ho fatto uno scatto di 50-60 metri quando Pippo ha preso la palla pensando che magari me l'avrebbe data. Però dentro di me sapevo che non mi sarebbe mai arrivata... ma ha fatto bene, ha segnato il gol della sicurezza ed è la cosa più importante. Io sono contento di essere stato il primo ad abbracciarlo. Avevo rubato palla a metà campo a Jankulovski, proprio come mi aveva chiesto di fare il mister Lippi dicendomi di entrare in campo ho dato il pallone a Perrotta che ha verticalizzato per Pippo. A quel punto sono partito, ho fatto quello scatto, 50, forse 60 metri, credendoci. Dentro di me pensavo che Inzaghi quel pallone non me l'avrebbe mai dato. Magari prende il palo e la butto dentro, mi sono detto. Ma Pippo ha fatto bene cosi', aveva voglia di gol e sono contento di aver contribuito, perché il portiere ceco ha coperto Inzaghi ma aveva anche me da controllare, e di essere stato il primo a festeggiare Pippo perchè ero più vicino". Sua moglie è, dal 2008, Carla Duraturo, ex Schedina di Quelli del Calcio. Si conobbero appunto in una puntata del 2003 in cui Barone era tra gli ospiti. Fino ad adesso il matrimonio si è dimostrato duraturo. Il suo piatto preferito è la pasta alla carbonara. 

FRANCESCO FINOCCHIO, 1992 centrocampista offensivo ("Posso giocare sia da
esterno sia da interno di centrocampo"). del Padova. Con un cognome simile sarà stato e
sarà sicuramente oggetto, purtroppo, di miriadi di battute omofobe. Si racconta però
esilarante episodio esilarante che lo vede involontario protagonista. Aprile 2011, match tra
le squadre primavera di Parma, in cui giocava Finocchio, e Bologna. A pochi minuti dalla
fine un giocatore rossoblu cadeva e l'allenatore bolognese, Paolo Magnani, urlava ad un
giocatore parmense : "Finocchio, mettila fuori!". L'arbitro, Donati di Ravenna, sentita la
frase, espelleva il tecnico. A nulla valsero proteste e spiegazioni ("Se non lo chiamavo
Finocchio come avrei dovuto chiamarlo?"), l'arbitro fu irremovibile. Il giudice sportivo,
però, salvò Magnani, confermando soltanto l'ammonizione con diffida "per avere, al 45° del secondo tempo, rivolto all'allenatore della squadra avversaria espressioni irriguardose". Il Parma però, dette un'altra versione, sostenendo che il tecnico felsineo, oltre ad aver litigato con il suo collega, Tiziano De Patre, effettivamente aveva deriso a lungo Finocchio, prendendolo di mira per il suo cognome. Se al cognome 'difficile' si aggiunge che Finocchio è anche di colore (sua madre è brasiliana) sarebbe il bersaglio ideale per quella frangia primitiva del tifo che non riesce a fare a meno dell'insulto razzista ed omofobo. Per sua fortuna non è permaloso, almeno così ha dichiarato. 

CRISTIAN RAIMONDI, 1981, esterno destro dell' Atalanta, detto anche CR77. Suo
padre era juventino, ma poi si è convertito al nerazzurro. 
PAVEL WSZOLEK, 1992 aladestra polacca del Verona, in prestito dalla Sampdoria. E'
stato il primo polacco a vestire la maglia della Samp e il secondo nel Verona dopo Zmuda. 
SIMONE IACOPONI, 1987, difensore dell' Entella. 
STEFANO GIACOMELLI, 1990, ala sinistra del Vicenza. 
RICCARDO MARTINELLI, 1991, difensore del Rimini. 

GIUSEPPE MERAVIGLIA, 1942, mitico ex portiere del Lecco, i cui militò per 14 anni,
dal 1961 al 1975, comprese le due storiche stagioni in serie A, 1961-62 e 1966-67, per un
totale di 336 presenze. La sua altezza, 1 metro e 72, è decisamente anomala per un portiere, anche se degli anni 60/70. 
MICHELE MIGNANI, 1972, ex difensore, colonna del Siena, dalla C alla A.Nel 1990-91
vinse lo scudetto con la Samp, pur giocando una sola partita. Dall'8 gennaio 2016 allena
l'Olbia in serie D. 
COSIMO INGUSCIO, 1963, non potendo essere, a causa del nome, un'ala sgusciante, è
però diventato, dopo una lunga trafila in Italia tra serie C e Dilettanti, vice allenatore
dell'Honved Budapest, l'ex squadra di Puskas. 

Gli auguri al femminile oggi sono per 
FEDERICA FONTANA, 1977, che ha condotto numerosi programmi sportivi, da Guida al
Campionato, al Processo di Biscardi, a Controcampo. Tifa Milan ed è stata valletta alla
presentazione ufficiale della squadra 1997-98: "Adoro che mi cantino 'Tanti Auguri'. Almeno, fino ad ora mi è piaciuto, superati i 40 chissà. Pensa che ho un'amica svedese che tutti gli anni mi chiama, da qualunque parte del mondo si trovi, e mi canta 'Tanti auguri' in svedese: è sempre bellissimo… e alla fine l'ho quasi imparato anch'io". Siccome ne compie 39, anche noi la vogliamo accontentare. 

 

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