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  • Avv. Grassani: ‘La Procura esagera con Agnelli

    Avv. Grassani: ‘La Procura esagera con Agnelli

    L’esperto di diritto sportivo Mattia Grassani ha commentato la richiesta della Procura nei confronti del presidente della Juventus Andrea Agnelli nell’ambito del processo sui biglietti dello Stadium ceduti a gruppi ultras legati alla malavita organizzata. “La richiesta sanzionatoria appare sorprendente, senz’altro molto pesante e di straordinaria severità. Andrea Agnelli è stato deferito per violazione dell’art. 1bis e 12 del Codice di Giustizia Sportiva, norma che punisce relazioni tra club e sostenitori. Dette previsioni non dispongono pene minime per i tesserati, se non quella dell’inibizione (non quantificata dal Codice nel minimo edittale) e dell’ammenda di 20mila euro. Tuttavia, poiché la richiesta formulata a carico del club supera enormemente la pena base prevista per le società (ammenda da 10.000 a 50.000), appare evidente che, rispondendo la società dell’operato dei tesserati deferiti, anche il comportamento di Andrea Agnelli sia stato considerato dalla Procura Federale di eccezionale e unica gravità e rilevanza disciplinare. Però, non sembra, francamente, alla luce di quanto appreso dagli organi di informazione in merito alla vicenda, che il presidente, anche ove effettivamente abbia partecipato ad alcuni incontri con rappresentanti del tifo organizzato, sia stato coinvolto nella irregolare gestione dei biglietti, specie in maniera diretta, consapevole e con un ruolo di centralità tale da giustificare richieste sanzionatorie così pesanti e senza precedenti. Mi aspetto una sentenza che potrebbe anche smantellare le impostazioni accusatorie – ha dichiarato a Tuttosport -. In ogni caso, qualora venisse accertata una qualsivoglia responsabilità disciplinare del Presidente, mi spingo a dire che la pronuncia dovrebbe ridimensionare in maniera significativa il ruolo del massimo rappresentante bianconero e le relative conseguenze. La figura di Agnelli, a tutto voler concedere, sembra essere stata trascinata nel processo più per il ruolo ricoperto (legale rappresentante e dirigente apicale) che per comportamenti effettivamente posti in essere dallo stesso.”
     

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