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  • Balbo su Totti e De Rossi:| 'Modelli da seguire'

    Balbo su Totti e De Rossi:| 'Modelli da seguire'

    Abel Eduardo Balbo, ex attaccante giallorosso ed attuale allenatore dell'Atletico Arezzo, ha parlato della squadra toscana ma anche della Roma di Zeman ai microfoni di forzaroma.info. Ecco le sue parole:

    Mister, partiamo dall’Arezzo. Dopo il passo falso al debutto con il Pierantonio, subito il riscatto contro lo Scandicci. Dove arriverà il suo Arezzo?
    “Il nostro obiettivo è cercare di vincere il campionato, è un traguardo difficile da raggiungere anche nelle categorie inferiori, ma noi vogliamo giocare per vincere e salire tra i professionisti il prossimo anno”. 


    E' soddisfatto della rosa che ha a disposizione?
    “In questo momento tutto il calcio è in difficoltà, vale per tutte le squadre e anche per noi, ma il nostro presidente ha fatto un’ottima rosa. Poi certo si deve cercare di migliorare sempre”.

    Più difficile il mestiere di giocatore o di allenatore?
    “Sono ruoli diversi, io però credo che quello di giocatore sia più complicato perché devi fare tutto da solo. Viceversa, potrebbe accadere che giocatori bravi facciano diventare bravo anche un allenatore che non è poi così straordinario. Diciamo che come giocatore se non hai talento non fai niente, come allenatore anche se non hai talento puoi fare cose importanti”.

    A proposito della sua carriera come giocatore, dal 1993 al 1998 e dal 2000 al 2002 ha indossato la maglia giallorossa. Come vede questa nuova Roma?
    “La vedo bene, è una squadra che piace, giovane, gioca un calcio propositivo. Credo che questo campionato non sarà il migliore degli ultimi 20 anni, ma la Roma ha una squadra competitiva, ha i mezzi per giocarsela fino alla fine e potrebbe anche pensare di vincere”.

    Durante la sua prima esperienza nella Capitale in panchina c’era proprio il boemo. Vede uno Zeman diverso, come alcuni sostengono, oppure è sempre lo stesso?
    “A me sembra lo stesso, vedendo giocare la squadra la filosofia di gioco è rimasta intatta, cerca sempre di fare gol, verticalizzare subito il gioco. Il primo tempo della prima partita non sembrava una squadra di Zeman, ma nella partita contro l’Inter si vede chiaramente la mano del boemo”.

    Se potesse rubare un giocatore a Zeman e portarlo nel suo Arezzo chi porterebbe?
    “Uno solo? Ne porterei parecchi…Sicuramente Totti, è il giocatore più importante, perché oltre alle immense qualità tecniche è un giocatore che in campo dà tranquillità ai suoi compagni, un punto di riferimento”.

    A proposito di Totti, questo è un calcio in cui le bandiere stanno scomparendo. Lei ha conosciuto il calore del pubblico romanista e sa che è una piazza particolare che ha bisogno di avere dei simboli in cui riconoscersi. Totti e De Rossi: per tanti avrebbero potuto vincere di più se fossero andati via, lei che ne pensa?
    “Penso che sono due esempi, due tifosi, prima ancora che giocatori, che amano questo sport, la città di Roma e i suoi colori. Non tutti avrebbero fatto questa scelta, specie in questo calcio moderno dove si ragiona molto diversamente rispetto a 20 anni, fa. Per questo ha ancora più valore una scelta così, sono dei modelli da seguire”.

    C’è oggi un giocatore che assomiglia ad Abel Balbo?
    “Io, in realtà, ero un centravanti atipico, sono nato centrocampista, non avevo le doti pure del centroavanti. In questo momento non vedo qualcuno simile a me”.

    Vicenda calcioscomesse. Conte: che idea si è fatto? E' giusto che sia rimasto sulla panchina nonostante la squalifica oppure doveva fermarsi?
    “Preferisco non rispondere, è un mio collega di lavoro e non voglio creare polemiche”.

    A Roma tutti la ricordano ancora con grande affetto. C’è un momento particolare che ricorda della sua avventura alla Roma?
    “Non scorderò mai il mio primo gol sotto la Curva della Roma: anno 1993,  prima partita in casa contro la Juve, Mazzone allenatore. Io venivo dall’Udinese, una squadra piccola, una realtà diversa, l’esaltazione, quello che ho sentito in quel momento non l’ho mai dimenticato”.

    Le piacerebbe un giorno tornare a Roma da allenatore?
    “Certo che sì, mi piacerebbe moltissimo lavorare per la Roma. Questo non è il momento, ma chi non sogna di allenare la Roma? Specie se è stato a Roma da giocatore, vale per me come per tanti ex, oggi allenatori. Io poi mi sento molto identificato con i colori giallorossi”.

    Il campionato è appena iniziato, ma qualcosa già si è visto. Mister, quali sono le sue tre favorite?
    “Metto la Juve sul gradino più alto, oggi è un passo avanti a tutti, ha vinto lo scudetto, è la più solida, subito dietro metto Roma e Napoli alla pari, possono dar fastidio, praticando un calcio completamente diverso, quasi opposto”.

    E il suo Arezzo come si piazzerà?
    “Io spero primo. Per il nostro campionato non c’è alternativa, se vuoi salire devi arrivare primo”.


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