La Roma sta inventando un nuovo modo di comunicare. Un ritorno alle origini, una sorta di artigianato del calcio, quel passo indietro tanto osannato ma mai veramente ricercato. Luis Enrique e Franco Baldini sono una ventata di freschezza in mezzo a presidenti che citano le 'task force', a Conte e Allegri, pronti a contendersi lo scudetto rimbalzandosi il pallone e protestando contro gli arbitri. Si guarda all'episodio, al momento, si è incapaci di costruirsi il futuro. Tutto precario, e il calcio affonda. Luis Enrique, invece, va in tv e a chi gli chiede il motivo di un calo nel secondo tempo, gli risponde che la squadra secondo lui ha giocato male anche il primo: 'Mai schiavi del risultato' non vuol dire: 'nessuna differenza tra vittoria e sconfitta, come va va', ma distaccarsi dalla cattiva abitudine di insabbiare i lati negativi del gioco, quando nonostante tutto arrivano i tre punti.

Dall'allenatore alla dirigenza, il modo di pensare è lo stesso. Franco Baldini è intervenuto in una tavola rotonda organizzata dalla ASD Volleyrò per discutere de 'I Giovani al centro del movimento sportivo: Progetti, Esperienze e Prospettive'.  Ha parlato senza l'aria da saccente. Ha indicato la sua strada, partendo dai mea culpa: 'Quest'anno abbiamo puntato molto sui giovani, ovviamente dopo qualche partita persa anch'io mi sono trovato a pensare che l'anno prossimo servirà più esperienza. Avrei dovuto avere un altro atteggiamento e occorre lavorare sulle strutture: al momento per esempio i genitori devono accompagnare i ragazzi a Trigoria per poi aspettarli per ore fuori, senza avere nemmeno un posto dove stare. Mi si stringe il cuore'. Occorre tempo per mettere in pratica il proprio credo, i tifosi sono con la società e Baldini li ringrazia: 'Ci serve supporto e pazienza: quest'anno l'hanno avuta i tifosi, e non ce l'aspettavamo: è stata una cosa molto positiva'. Ora tocca alla società continuare a meritarsi la fiducia.