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  • Baldini e Montali, perché no?

    Baldini e Montali, perché no?

     

    Non si reputano incompatibili, assicura chi ha parlato con entrambi DiBenedetto ha già contattato l’ex ds.

    Fatta la Roma, vorrebbero fare Baldini. Gli americani stanno per sbarcare, DiBenedetto è atteso a giorni, si dice giovedì e in ogni caso in tempo utile per gustarsi il derby dalla tribuna autorità. Arriverà per chiudere la cessione della società, per mettere le firme là dove servono. Ma arriverà anche per cominciare a lavorare sulla Roma del futuro. E il sogno americano, l’american dream, è l’uomo dei sogni romanisti. Si chiama Franco Baldini. E’ stato il direttore sportivo del terzo scudetto giallorosso. Se questa città s’è ammantata di stelle, da Batistuta a Samuel, da Chivu a Mexes, è stato merito degli investimenti della famiglia Sensi. Ma anche della regia di questo dirigente sportivo, che da un annetto ha varcato la cinquantina. Per ora c’è stato un contatto. Uno solo. Siamo rimasti a quello, perché Baldini è stato chiaro. Prima prendete la Roma, poi vi prometto che ci risentiamo. Erano i primi di dicembre, DiBenedetto aveva già presentato l’offerta non vincolante per la Roma e aveva chiesto al proprio advisor, lo studio legale Tonucci & Partners, di aiutarlo anche a disegnare il futuro staff tecnico. Il nome che gli avvocati fanno a DiBenedetto è quello di Franco Baldini, al servizio di Sua Maestà nelle vesti di general manager. Di fatto, è il braccio destro del ct dell’Inghilterra, Fabio Capello. Sono sette anni che Baldini dice sempre a tutti gli investitori interessati alla Roma, veri o farlocchi che siano, di essere pronto ad ascoltarli, ma a condizione che prima comprino la Roma. Altrimenti, sono fiato e tempo sprecati. Ci hanno provato i russi della Nafta Moskva, poi si sono fatti avanti gli uomini di Soros, aveva tentato di coinvolgerlo anche Fioranelli. Perché si sa, quando a Roma si spende il nome di Baldini non si fa certo un cattivo investimento. Ci si fa pubblicità. E gratis. Il giochetto però non funziona, proprio perché l’ex ds romanista ogni volta temporeggia. E’ stato così anche a dicembre, quando nello studio Tonucci Baldini ha parlato per la prima, e finora unica volta, con Thomas Richard DiBenedetto. Nel suo inglese molto americano, in "conference call" con gli Stati Uniti, il possibile futuro presidente della Roma gli ha offerto la poltrona di direttore sportivo. Baldini è stato onesto. Ha fatto presente che, per quante simpatie possa riscuotere presso i tifosi giallorossi, altrove non è amatissimo. Anzi. Ha combattuto il Palazzo, non lo ha fiancheggiato. E’ il nemico numero uno di Moggi e l’ex "diggì" bianconero sta lentamente recuperando potere e visibilità nella Torino targata Fiat. Insomma, Baldini ha consigliato agli americani di compiere anche altri sondaggi. DiBenedetto non ha voluto sentire ragioni. Lo ha reputato il migliore sulla piazza dopo avere condotto delle indagini approfondite tra gli addetti ai lavori. E tanto ha detto, tanto ha fatto, che alla fine gli ha strappato una promessa. Quella di riaggiornarsi a Roma acquistata. Baldini non ha detto no, ma nemmeno sì. Tornerà ad ascoltare la proposta americana solo quando tutto a Trigoria farà capo a DiBenedetto. Una cosa è certa, però: a Baldini non piace lasciare un lavoro a metà. E’ un professionista di fama internazionale. Assai difficilmente prenderebbe in considerazione la possibilità di abbandonare la federcalcio inglese ben prima della scadenza naturale del contratto. Senza contare che a Londra sta da dio. L’impossibilità di liberarsi a breve potrebbe essere un problema. Perché gli organici si costruiscono adesso, mica in estate. Bisognerà capire allora quanto sarà seria, oltre che economicamente importante, l’eventuale offerta a stelle e strisce. Perché sì, a Baldini piace l’Inghilterra. Ma a Roma ci torna sempre molto volentieri. Qui ha lasciato una fetta di cuore, oltre che un tricolore. A Trigoria sarebbe il benvenuto, a dispetto delle ventilate difficoltà di coesistenza con Gian Paolo Montali. Un altro carattere forte. Chi ha parlato con entrambi assicura che non si reputano affatto alternativi, bensì complementari e che sono pronti a collaborare. L’attuale direttore operativo della Roma assolverà, sotto gli americani, funzioni diverse. Di carattere strategico. Sarà il direttore generale, non si occuperà dell’area tecnica. A quella, nei piani di DiBenedetto, ci dovrebbe pensare Franco Baldini. L’uomo dei sogni romanisti. Ormai comunque ci siamo. Presto si conosceranno le reali intenzioni degli americani. Entro la fine della prossima settimana, salvo proroghe per gli ultimi adempimenti legali, sarà messa la parola fine al procedimento di vendita della società. DiBenedetto potrebbe atterrare giovedì. Lo aspetta un bagno di folla. Non tanto all’aeroporto, perché forse per ragioni di sicurezza non saranno resi noti i dettagli dell’arrivo. Quanto all’Olimpico. Lo zio Tom è atteso in tribuna autorità. Per il derby. Per la sua prima volta da presidente “in pectore” dell’Associazione Sportiva Roma.

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