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  • Bale al Real per 120 milioni: caro Platini, tutto ok con il fair play Uefa?

    Bale al Real per 120 milioni: caro Platini, tutto ok con il fair play Uefa?

    Caro Direttore,

    nel 1951 l’ armatore sorrentino Achille Lauro, presidente del Napoli, un romantico della monarchia, candidato sindaco della città partenopea, fece trasecolare l’ intero mondo dell’ italico pallone. Sfidando la Juventus a suon di milioni di lire si aggiudicò le prestazioni di Jeppson, l’ attaccante, importato dall’ Atalanta,  che aveva sostituito il mitico Nordhal nella nazionale svedese.

    Giulio Andreotti, allora sottosegretario di Stato, gridò allo scandalo per quella operazione. Arrivò anche a vietare i permessi di soggiorno agli stranieri che avrebbero dovuto giocare nelle squadre italiane. Lauro, comunque, versò denaro in contanti ed in valuta estera in una banca svizzera, settanta milioni di lire in favore dell’ Atalanta e trenta per il goleador svedese. Una cifra ritenuta scandalosamente eccessiva per quei tempi.

    “Jeppsònne”, come fu subito ribattezzato dai napoletani, approdò sotto il Vesuvio e da quel giorno fu coniato per lui l’ appellativo di “mister” cento milioni. Avrebbe fatto inutilmente sognare lo scudetto a tutta Napoli. 

    Era un calcio fatto di sentimenti e di passione. La mossa promozionale di Achille Lauro, a quei tempi, scandalizzò l’ Italia del pallone e non solo. Se solo oggi, il buon Achille, potesse sentir parlare di “fair Play” finanziario si rivolterebbe nella tomba. 

    Mai potrebbe comprendere le alchimie di gestione che tanto piacciono a Platini.

    Ma Achille Lauro, un precursore nei tempi e nei generi, mai sarebbe riuscito anche a comprendere un suo collega dei tempi moderni, quel Florentino Perez,  attuale presidente delle “merengues” spagnole che sta mettendo sul banco centocinque milioni di sterline pur di accaparrarsi  le prestazioni di Gareth Bale.

    Nell’era in cui si sta introducendo il fair play finanziario viene da credere che tutto sia frutto di una burla. Di uno scherzo carnascialesco. Che le cifre che ruotano attorno a questo affare siano figlie di una follia sconsiderata.

    E in tutto questo Platini cosa dice? Che abbia scherzato anche lui, sino ad oggi, con le sue filippiche sulla gestione, sull’ impiantistica, sui giovani, sulla necessità assoluta di equilibrio tra costi e ricavi?

    Inevitabilmente sorge un dubbio e, come direbbero a Venezia, vien da pensare che, in fin dei conti, sono state tutte soltanto “bale”. O no?

    Vittorio Galigani

     

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