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  • Balotelli e la vergogna degli insulti su Facebook

    Balotelli e la vergogna degli insulti su Facebook

    Il coraggio dei leoni da tastiera, ennesima frontiera dell'idiozia umana, ha trovato nei social network l'ultima piattaforma su cui dare sfoggio di sé. Con ogni probabilità neanche il quarto d'ora abbondante contro la Slovenia, decisivo per la qualificazione dell'Italia, servirà a Mario Balotelli per rimuovere quelle colonne digitali colme di odio. Razziale. Inevitabile che, in un mondo dove quotidianamente milioni di persone scelgono di scambiarsi "amicizia" attraverso un clic sul proprio smartphone, anche il più vigliacco degli atteggiamenti si traducesse in messaggi online. Facebook è la nuova frontiera su cui riunirsi in gruppi per urlare il proprio odio becero verso chi ha la pelle di un colore diverso. E neanche il controllo del portale, che blocca le pagine a contenuto razzista e discriminatorio, può molto contro il proliferare del movimento. Basta provare ad associare tra le parole chiave della ricerca il nome Balotelli e il peggiore degli insulti razzisti: "Il negro Balotelli non è italiano", "Balotelli è l'anello mancante tra l'uomo e la scimmia", Balotelli torna sugli alberi", sono solo le titolazioni più riferibili di spazi on-line utilizzati per veicolare messaggi di intolleranza. Che il motore dell'odio sia, sempre, l'ignoranza, lo manifesta un indifendibile "Impariamo a Balotelli l'educazione". Impariamo?


    Preoccupante che a far parte delle sottocommunity razziste (di questo si tratta) siano soprattutto ragazzi sotto i 25

     

    anni, mossi esclusivamente da un violentissimo sentimento razzista, discriminatorio, minaccioso nei confronti di un ragazzo di appena 21 anni, nato in Italia e italiano a tutti gli effetti. Anche gli ultimi atteggiamenti sopra le righe del giocatore - la visita a Scampia, l'I-pad in panchina con la Nazionale - sono serviti come alibi per far detonare insulti di stampo xenofobo verso un cittadino italiano. Altro che biasimo morale per atteggiamenti evitabili. Idioti, come quei giovani che, nel giugno 2010, fecero bersaglio Balotelli di un lancio di banane. O chi, da Torino a Verona, gli ha riservato accoglienze con ululati sulle tribune di uno stadio italiano. Episodi sporadici che, in rete, si moltiplicano di giorno in giorno. Con numeri sconvolgenti: 3.128 sono gli iscritti al gruppo "Balotelli merda", oltre mille persone hanno aderito alla pagina "Se saltelli muore Balotelli", riaperta dopo essere stata chiusa (era oltre quota 5 mila iscritti). C'è chi si scaglia persino contro il ct Prandelli per averlo convocato in nazionale. "Non ci sono negri italiani", è tra i messaggi più ricorrenti. Persino sulla pagina personale di Mario su Facebook piovono insulti gratuiti. Una vergogna da cui non si esce con l prestazioni sportive, che non cancellerebbe neanche un gol decisivo con la maglia azzurra. Ne sa qualcosa Totti, diventato bersaglio non meno di Mario: 8.450 persone hanno sottoscritto una pagina contro il capitano della Roma. Qualcosa di più di semplice rivalità sportiva: odio puro.


    Se non altro, quasi contestualmente in tanti hanno aperto spazi virtuali su Facebook per contrastare il fenomeno: "Palermo adotta Balotelli", vuole affermare l'identità italiana dell'attaccante del Manchester City, nato proprio nel capoluogo siciliano. Ma anche i tanti gruppi e movimenti che chiedono un maggiore controllo sui contenuti a sfondo razzista all'interno dei social network: "+ Intelligenza, - Razzismo" ha superato gli 8 mila iscritti al gruppo, "No ai gruppi razzisti su Facebook" ne raccoglie 619. E la pagina ufficiale di "No al razzismo day", ha già raggiunto quota 33.562 sostenitori. Un segnale.


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