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  • Bari:| Le cinque cause del disastro

    Bari:| Le cinque cause del disastro

    • D.L.

    Un disastro senza precedenti. Il Bari sta perdendo la serie A palesando una manifesta ineferiorità. Una sorte inaspettata, ma che ha ragioni ben precise. Ecco i cinque punti essenziali della caduta dei biancorossi.

    1. Società assente. Il primo colpevole non può non essere il presidente Matarrese. Che innanzitutto ha permesso la separazione dall'ex ds Giorgio Perinetti, non solo abile uomo mercato, ma uomo attento al minimo dettaglio. Malgrado l'addio fosse già palese a marzo 2010, Matarrese ha prorogato la scelta del nuovo ds (Angelozzi) fino a giugno, disperdendo il patrimonio dalla salvezza conseguita in largo anticipo. Inspiegabile, inoltre, la fiducia ad oltranza concessa a Ventura (allontanato quando era ormai tardi), malgrado il pauroso numero di sconfitte ed i segnali lanciati da uno spogliatoio in fibrillazione.

    2. Mercato sbagliato. La campagna acquisti, responsabilità da dividere tra società (restia ad investire), Angelozzi (timido nell'approccio e nelle scelte) e Ventura (ispiratore di quasi tutti gli acquisti), è stata largamente insufficiente. Si è pensato che la squadra potesse mantenersi con le sole conferme di Almiron e Barreto, sottovalutando l'importanza degli innesti di cui l'organico aveva bisogno. Nessuno tra gli acquisti estivi ha prodotto un rendimento all'altezza. Confusionario, invece, il mercato invernale che ha portato ben sette volti nuovi, ma poca qualità e nuove incognite.

    3. Preparazione fisica pessima. Un'inquietante serie di infortuni, ma non solo. Il Bari ha sempre girato con un cilindro in meno. I biancorossi sono privi di brillantezza, cambio di passo, imprevedibilità. Il gap con le altre squadre è imbarazzante.

    4. Attacco inesistente. Che la prima linea fosse Barreto dipendente è fatto noto. Ma che non esista una sola alternativa al brasiliano è inconcepibile. Segnare 14 reti in 26 giornate significa essere assenti dal campionato.

    5. Ambiente ovattato. Va bene il tifo all'inglese, ma a tutto c'è un limite. Che per l'ennesima volta una piazza come Bari perda la massima serie è di una gravità assoluta. Tuttavia, raramente la tifoseria ha manifestato il dissenso che cova sotto la cenere. Solo negli ultimi tempi hanno ripreso a spirare i venti di contestazione che si rafforzeranno se non giungeranno segnali di un progetto all'altezza della città.

    (Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)

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