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  • Cessione Bari difficile:| L'ombra delle scommesse

    Cessione Bari difficile:| L'ombra delle scommesse

    • D.L.

    Il Bari ha risolto almeno in gran parte la gran stipendi, ma il futuro resta un mistero. Il saldo delle spettanze vecchie e nuove ha consentito al club biancorosso un notevole passo avanti nel cammino verso l'iscrizione al prossimo campionato. Tuttavia, malgrado abbia nuovamente prodotto una fideiussione personale per pagare gli emolumenti, la famiglia Matarrese ha confermato perentoriamente il proprio disimpegno dalla società. Attualmente si naviga a vista: l'obiettivo è affrontare la prossima stagione con un budget complessivo di 2,5 milioni. Una somma che impedirà di costruire una corazzata per il ritorno in serie A. Senza una nuova proprietà, pertanto, sarà arduo essere ambiziosi. Di acquirenti, però, non se ne vedono. Le recenti speranze si poggiavano sull'opera avviata dal sindaco Emiliano e dall'assessore allo sport, Sannicandro. Quest'ultimo, in particolare, aveva presentato ad oltre cinquanta imprenditori locali un valido progetto, mirato a rilevare il club e rilanciarlo. Un'iniziativa che, tuttavia, non ha riscontrato il successo auspicato. Gli industriali, infatti, si sono scoraggiati per la pesante situazione debitoria a carico del club, ma soprattutto per l'esplosione dello scandalo scommesse che, dato il coinvolgimento di diversi ex giocatori biancorossi, espone la società a possibili sanzioni. Pertanto, finchè l'inchiesta condotta dalle procure di Bari e Cremona non produrrà i primi esiti, difficilmente si muoverà qualcosa.

    Né pare praticabile la strada del 'fallimento controllato' indicata da Emiliano. Il motivo è semplice: un giudice fallimentare deve esaminare l'intera massa debitoria della società, mentre una trattativa privata consentirebbe alle parti di tentare un accordo. D'altra parte, i Matarrese, pur di cedere il Bari, sembrano disposti a discutere una sostanziosa porzione del loro credito nei confronti del club. Quale sarà, dunque, il ruolo delle istituzioni? L'impressione è che non si andrà al di là di qualche altro interevento per pungolare le forze economiche del territorio. In fondo, tale posizione è stata ribadita dal sindaco nel corso dell'ultima conferenza stampa, nella quale Emiliano ha affermato che il Comune non può fungere da mediatore in trattative private. Non solo: il primo cittadino ha anche invitato Sannicandro alla prudenza. Malgrado ciò, occorre soffermarsi su due aspetti. Innanzitutto, dopo gli ultimi adempimenti, i costi del Bari, almeno sul piano della gestione sportiva, sono stati abbattuti. In secondo luogo, prima o poi occorrerà affrontare il problema San Nicola. Se davvero il Comune intende scaricarsi dell'onerosa manutenzione dello stadio (che abbisogna di interventi sempre più urgenti) dovrà favorire l'approccio all'acquisto della struttura e delle aree circostanti da parte dei privati. Una prassi che non può esulare dall'inclusione della squadra nel discorso. E allora forse sarebbe meglio studiare una fattiva collaborazione proprietà-istituzioni per riportare il calcio all'altezza dei sogni dei baresi.

    (Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)

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