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  • Barimania:| Si può ancora ricostruire

    Barimania:| Si può ancora ricostruire

    Tutto rotto. Nel corpo e nello spirito. Il Bari è ultimo in classifica, in perenne emergenza di uomini, affranto nel morale, spaccato da mille incomprensioni. Al momento è quasi impossibile essere ottimisti sull'eventuale rimonta salvezza dei biancorossi. Eppure, esattamente una settimana fa, gli umori erano opposti. La sofferta vittoria nel derby pareva in grado di cambiare la stagione. Perché si trattava di un successo colto in uno scontro diretto, peraltro deciso da Okaka, l'acquisto dell'ultim'ora. Della serie, un segnale dal cielo. Del tipo: visto che basta un minimo sforzo sul mercato per risalire la corrente? Un avvertimento che, tuttavia, non è stato colto.

    Così come non si è riusciti a perseguire il progetto in mente alla pausa natalizia. Ovvero, il pieno recupero di tutti gli infortunati ed un massiccio mercato di riparazione. La prima parte del programma, però, è miseramente (e in realtà in modo piuttosto grottesco) fallita addirittura durante il ritiro a Roma. Dove, incredibile, ma vero, sono notevolmente peggiorate le condizioni di Salvatore Masiello, Ghezzal e Barreto: tre pezzi da novanta che parevano in rampa di lancio e che ora si ritrovano ai box con tempi di recupero stimabili tra il mese ed il mese e mezzo. A tale quadro, va aggiunto l'enigma Almiron. Il mistero dell'argentino non è affatto buffo: non si riesce a comprendere la reale entità del suo infortunio, né quando tornerà a disposizione. Al punto che molti si vanno convincendo che il reale male del regista sia la volontà di cambiare aria.

    Il problema, però, è che è naufragata pure la seconda parte del programma. Quella, cioè, inerente il mercato. Certo, sono arrivati Glik e Okaka, cui presto potrebbero aggiungersi Rudolf e Kharja, ma dove sono gli acquisti in grado di far spiccare un salto di qualità ai biancorossi? Sebbene, pur di salvare la baracca, si possa addirittura condividere la politica dei prestiti, perché non effettuare almeno un investimento di una certa entità per risalire la china? E ancora. Perché fermarsi prima del match con il Bologna e non tentare di consegnare a Ventura almeno un'altra pedina che non costringesse il tecnico a scelte obbligate, dato l'organico ridotto all'osso?

    Il risultato di questa politica è stato tramutare il colpaccio a Lecce da una solida base su cui costruire la permanenza ad un castello di carte, puntualmente sgretolatosi al cospetto di un Bologna da elogiare, ma certo non trascendentale. Uno stop che ha scoperchiato in un lampo i disagi di uno spogliatoio che pare del tutto privo di armonia. E adesso, che fare? Sebbene il marasma sia generale, ci sono ancora tempi e modi per rimettere in piedi il campionato. Giustamente il presidente Matarrese è riconoscente a Ventura per ciò che ha saputo realizzare lo scorso anno, ma se tra tecnico e giocatori si è creata una frattura insanabile, è inevitabile operare il ribaltone.

    Non solo. Ci sono 18 giorni di mercato. Qualche buon colpo si può ancora mettere a segno. E' solo una questione di buona volontà. La stagione è tutta nelle mani della società. Negli ultimi tre campionati, Cagliari, Chievo e Catania si sono salvate partendo da condizioni peggiori rispetto a quelle attuali dei galletti. Perciò, arrendersi è follia. Soprattutto in un campionato in cui, con tutto il rispetto per le altre compagini, la concorrenza per la salvezza è davvero modesta. Perdere la serie A in un contesto simile sarebbe gravissimo. E la città, finora paziente fino a livelli…'inglesi', non perdonerebbe un tale smacco.

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