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  • Barimania:| Quella paura dimenticata

    Barimania:| Quella paura dimenticata

    • Davide Lattanzi

    Malumori, processi e tensioni. Ma soprattutto paura. Tutti sentimenti che a Bari parevano dimenticati o, almeno, nascosti in un angolo remoto della mente. Certo, motivi di discussione nel capoluogo pugliese ce ne sono sempre stati. Basti ricordare il fantomatico tentativo di vendita di Barton o i dolorosi addii di Conte prima e Perinetti poi. Ma le vittorie e lo spettacolo prodotto da una squadra in grado di destare le attenzioni dell'Italia intera avevano sempre cancellato tutto. Adesso, invece, l'atmosfera è tornata cupa. La spia più forte della depressione che respira l'ambiente biancorosso è la prevendita in sordina del big match di domenica con il Milan. Lo scorso anno le scorte dei biglietti per i confronti con le big si esaurivano in poche ore. Mentre ora si rischia addirittura di avere un San Nicola al di sotto dei 40mila spettatori.

    Lo spettro della serie B, malgrado si sia ancora alle battute iniziali del campionato, è un autentico terrore per chiunque abbia a cuore le sorti del Bari. L'immagine di uno stadio ridotto ad una cattedrale nel deserto o le trasferte in piazze, con tutto il rispetto, di 'piccolo cabotaggio', riportano a periodi in cui la luce in fondo al tunnel pareva molto lontana. Fronteggiare la paura, però, con il disinteresse o con l'apatia non serve a nulla. La serie A è un bene che tutti devono difendere con cuore e partecipazione. Il timore di una retrocessione che avrebbe conseguenze gravissime per il calcio a Bari deve spingere la tifoseria, e non solo quella organizzata, a combattere allo stremo per conservare il palcoscenico più prestigioso. Solo con l'unione di tutte le componenti si può uscire da un momento nero. Altre riflessioni, al momento, lasciano il tempo che trovano.

    Certo, ci sarebbe da discutere su un mercato estivo insufficiente che, paradossalmente, costringerà il club ad investimenti più corposi rispetto a ciò che si è risparmiato qualche mese fa. Ma a gennaio mancano due mesi. Fino ad allora il Bari dovrà cavarsela con le sue forze. E con il sostegno della sua gente. Che domenica dovrà incamerare tutta l'energia possibile per spingere i ragazzi di Ventura ad un'impresa. E' vero: il Milan, sebbene con le sue pecche, resta di un altro pianeta rispetto al Bari attuale. Ma non bisogna dimenticare che a fine agosto questa stessa squadra fu in grado di strapazzare la Juventus. E allora bisogna crederci. Perché un eventuale successo contro il diavolo può davvero invertire la pessima rotta intrapresa nello sciagurato mese di ottobre. E rispedire nel dimenticatoio questa paura che prepotentemente ha ripreso a popolare le menti dei baresi.

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