Calciomercato.com

  • Bebeto: 'Juve, stai perdendo il mio Mattheus'

    Bebeto: 'Juve, stai perdendo il mio Mattheus'

    «Amigo». La voce di Bebeto, allegra come al solito, stavolta non è soltanto quella dell’attaccante brasiliano campione del mondo nel 1994, contro l’Italia, in un pomeriggio d’afa negli Stati Uniti. Bebeto, 49 anni, che oggi aiuta Ronaldo come membro del comitato organizzatore del prossimo Mondiale, parla al telefono soprattutto come padre di Mattheus, fantasista del Flamengo, contattato nei giorni scorsi dalla Juventus. Poi, però, non c’è stato alcun seguito e per questo Bebeto esprime le speranze e le preoccupazioni di un padre. «La Juventus ha mostrato grande interesse per lui e so che c’è già un accordo con le basi per un contratto di cinque anni. Però bisogna pagare un milione in anticipo, perché il suo contratto con il Flamengo scade a fine dicembre. Appena arriva il bonifico, Mattheus parte per Torino».


    E allora qual è il problema?
    «Il Flamengo non lo fa più giocare, perché sa che sta per andare via e lui non può stare fermo fino a dicembre. Ha tante offerte e se la Juventus non definisce tutto entro venerdì 10 maggio, noi ci consideriamo liberi di trattare con il Real Madrid che ha fatto una buona offerta, ma è arrivato dopo».

    Lei è diventato famoso anche perché festeggiò un gol al mondiale del ’94, mimando il gesto della culla per il neonato Mattheus: che effetto le fa adesso vederlo famoso?
    «Avevo già due figli, Roberto che adesso ha 23 anni e Stefani che ne ha 21. Il 7 luglio nacque Mattheus e due giorni dopo, quando segnai contro l’Olanda, festeggiai in quel modo, poi imitato da tutti. Mattheus oggi ha quasi 19 anni e spero che vada alla Juventus, anche per chiudere un cerchio, perché io avevo rifiutato proprio le offerte della Juventus nel 1979, quando preferii rimanere al Vasco da Gama».

    Che tipo di giocatore è suo figlio?
    «E’ più alto di me, 1.87, e non è un attaccante puro come me. Gioca con la maglia numero 43 nel Flamengo, ma sarebbe un 10, come Zico, perché avanza e segna moltissimi gol. Deve ancora fare tanta strada, ma è già stato titolare in tutte le nazionali giovanili, dalla under 13 alla under 20 e non ha mai fallito».

    Tornando a lei, che ricordo ha della finale con l’Italia?
    «Quel giorno ho realizzato il sogno che avevo da bambino, anche se mi è rimasta un’amarezza».

    Come è possibile?
    «Ero il rigorista del Brasile e volevo trasformare il primo rigore, ma Parreira mi disse che avrei dovuto calciare l'ultimo, proprio perché mi considerava il migliore. E invece non lo calciai, per colpa di Baggio che aveva appena fallito il quinto dell’Italia, quello decisivo. Se lui avesse segnato, poi sarebbe toccato a me il rigore della vittoria».


    Altre Notizie