E' bello, ricco e soprattutto una macchina da soldi. David Beckham al Paris Saint-Germain non ha nulla a che vedere con il calcio giocato, nonostante la voglia dell'inglese di dare il suo contributo. A 37 anni lo Spice Boys vuole sentirsi ancora protagonista, in un club nuovo, ma con un allenatore che lo conosce bene, come Carlo Ancelotti. Il Paris Saint-Germain l'ha scelto per ragioni commerciali, per esplorare e portare il marchio PSG in tutto il mondo, soprattutto in Asia, a differenza di quanto fatto con gli acquisti di Thiago Silva e Ibrahimovic, serviti a dare al club della capitale una dimensione europea.

E non si tratta solo di merchandising, di magliette o tazze vendute: Beckham faciliterà la vendita all'estero dei diritti tv della Ligue 1, permetterà l'arrivo di nuovi sponsor e l'idea di devolvere lo stipendio in beneficenza ha dato al mondo un'immagine di un Paris Saint-Germain sensibile ai problemi dei più disagiati. I grandi club non vivono solo di risultati, sono vere e proprie aziende che hanno l'obiettivo di fare soldi. E Beckham da questo punto di vista è un galletto, pardon gallina dalle uova d'oro.