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  • Belotti, cuore Toro e sogno Milan: i suoi galli, Sheva, quei 500mila euro

    Belotti, cuore Toro e sogno Milan: i suoi galli, Sheva, quei 500mila euro

    • Fabrizio Romano
    (ENGLISH VERSION)

    Prendete l’attaccante del futuro, riavvolgete il nastro e immaginatelo in una fattoria.
    In una fattoria? “Mia zia aveva proprio una fattoria. E da piccolo mi fermavo a guardare i galli…”. Passioni strane, oggi l’unica (o quasi) si chiama gol. Un’ossessione positiva per Andrea Belotti, lui che ‘gallo’ lo è diventato ad honorem, quell’esultanza è spiegata nel passato: “Passavo i pomeriggi a osservare i galli. Finché un mio amico, che Gallo si chiama di cognome, ha pensato questo modo di esultare per me”, racconta Andrea da anni. Funziona, no? Belotti è in vetrina continuamente da un anno a questa parte con quella mano sulla testa, la cresta del prodigio di un Torino che si gode la sua intuizione migliore. Ieri, un azzardo. Oggi, una scommessa vinta. Sulla bocca di tutti. 

    CAPOLAVORO TORO - Azzardo perché il Torino ci ha investito pesantemente, nell’agosto di un anno fa. Spende 7,5 milioni di euro più bonus per un centravanti classe ’93, mai titolare nel Palermo di Dybala eppure sempre (38 su 38, sempre davvero!) subentrato a gara in corso. Vale quei soldi, Belotti? Se lo chiedono in tanti. Lui risponde sul campo: dopo il rodaggio, è subito in decollo. E non si ferma più, la partita perfetta contro la Roma è l’ennesima cartolina di questo gioiello plasmato da Ventura prima, coccolato da Mihajlovic poi. 

    RIMPIANTI E AFFARI - Forse, un piccolo rimpianto per Zamparini che con quei soldi ha “sistemato il bilancio”, parole sue. Ma oggi il Gallo vale molto di più, l’intuizione del presidente Cairo e del ds Petrachi è da miniera d’oro. Un classico per il Toro degli Ogbonna, Cerci, Immobile & co di questi anni, eppure non è tempo di guardare alla cassaforte bensì di godersi la qualità di quest’attaccante che in molti paragonano a Christian Vieri per movenze, cattiveria, fiuto. Eppure, il suo inizio non è stato proprio da predestinato. Anzi. 

    QUEI SUOI 500MILA EURO - Belotti arriva all’AlbinoLeffe nel 2006 dalla Grumellese perché scartato dall’Atalanta. Che raramente sbaglia, specie sui giovani dell’area bergamasca, ecco perché sembra un bollino nero sulla sua carriera. Il Gallo non convince, all’epoca fa addirittura il centrocampista, l’AlbinoLeffe lo prende e ci crede. All’inizio, per la verità, non fino in fondo. Allenatori e dirigenti non puntano su di lui, il papà gli paga la retta più volte per mantenerlo, Pala lo trasforma in attaccante. E un certo Emiliano Mondonico per lui stravede. Belotti cresce, quando c’è da andare al Palermo il suo trasferimento sta saltando. I rosanero non vogliono esagerare con la spesa su un giovane ancora pieno di punti interrogativi. E Belotti cosa fa? Colma la differenza tra domanda e offerta pagando di tasca sua 500mila euro, il prezzo del prestito oneroso con diritto di riscatto (che verrà poi esercitato). Investire su se stessi a volte paga.  

    SOGNANDO SHEVA E L’AZZURRO - Quel ragazzino da allora ne ha fatta di strada. Oggi segna un gol ogni 58 minuti in Serie A, i paragoni si sprecano, c’è chi dice Boninsegna e chi Vialli. Potesse scegliere a chi assomigliare, Belotti non avrebbe dubbi: Shevchenko. Adora Fernando Torres, sì, ma l’idolo d’infanzia Sheva supera tutto. Perché il cuore del Gallo da ragazzino batte per il Milan, il sogno di sempre, chissà che un giorno non possa riavvolgersi quel filo anche per la sua carriera. Non ha mai nascosto la passione rossonera, i gol dell’ucraino lo facevano impazzire. Eppure oggi non c’è tempo di pensare al mercato, prima di tutto c’è il Torino che lo tratta da star perché sa che dell’umile Belotti ci si può fidare. Pronto per diventare anche una stellina della Nazionale, dove c’è quel Ventura che nel Gallo ha sempre creduto, per davvero. Sembra destino, una strada tracciata anche d’azzurro. A guardarsi indietro la fattoria della zia con i galli e quei 500mila euro sembrano lontani. Per diventare grandi non è mai troppo tardi: basta crederci. 

     

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