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  • Bendtner bocciato, piace Eriksen

    Bendtner bocciato, piace Eriksen

    • Luca Cassia

    Italia-Danimarca 3-1
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    Mario Balotelli: torna a San Siro in veste ufficiale dopo due anni e mezzo (Inter-Chievo 4-3, 9 maggio 2010). Era la stagione del triplete nerazzurro ma per lui, guastati i rapporti con tifosi e compagni, l’aereo direzione Manchester spalancava le porte della Premier League. Novecento giorni per riprendersi Milano, operazione riuscita considerata la standing ovation tributatagli dal pubblico meneghino nel finale di gara. Super Mario sfodera una prestazione maiuscola senza eccedere in preziosismi: moto perpetuo anche nelle retrovie, sportellate a non finire con i centraloni danesi, un assist per Montolivo, un tocco vellutato che archivia la pratica Danimarca. E, udite udite, nonostante le scintille con Agger (ruggini di britannica memoria) abbandona il campo con le fedina pulita. Chapeau, Mario.

    La mediana Azzurra: Riccardo Montolivo non era dispiaciuto a Yerevan, ma gli era stata imputata una scarsa lucidità al tiro. Quale occasione migliore per smentire le malelingue? Minuto 32 del primo atto, l’istante in cui festeggia il secondo gol in Nazionale con un destro dalla distanza, l’omaggio della casa. Buona la prova a tutto campo per il talento scuola Atalanta, un trequartista atipico ma quanto mai convincente. Si parla di una sublussazione alla spalla sinistra invece per Claudio Marchisio, tale da costringerlo al cambio al 28’ della ripresa. Già sollecitata nel primo tempo, il bianconero stringe i denti e regala il consueto fosforo al centrocampo Azzurro. Contiamo di apprezzarlo ancora nel big match di sabato contro il Napoli. A completare il reparto Andrea Pirlo e Daniele De Rossi, una premiata ditta anche sotto porta: già, perché a distanza di quattro giorni, i due senatori confezionano una rete fotocopia al raddoppio in Armenia. Gli inserimenti del romanista sono un marchio di fabbrica, mentre il piede di Pirlo (ammirabile anche nel lancio per Balotelli) meriterebbe un tributo pari all’impresa di Baumgartner.

    Morgan De Sanctis: è lui il titolare al fischio d’inizio, Buffon getta la spugna e gli consegna le chiavi della porta italiana. Lasciando da parte speculazioni mediatiche tanto astruse quanto maligne, il 35enne portiere napoletano si rivela provvidenziale in occasione delle velleità danesi con Eriksen e Kvist, prima di capitolare proprio sulla prodezza di quest’ultimo. Nella ripresa dirige un’area trafficata dagli innumerevoli traversoni scandinavi, mostrandosi autorevole e affidabile.

    Simon Kjaer, William Kvist e Christian Eriksen: sono loro le note liete sulla sponda vichinga. Il tatuatissimo centrale non riscattato dalla Roma, tornato quindi al Wolfsburg, si fa apprezzare per tempismo e prestanza fisica, qualità già appurate ai tempi di Palermo. Certo, sul tris Azzurro si perde Balotelli, ma siamo sicuri che non potesse far comodo alla già pericolante retroguardia giallorossa? Kvist, anch’egli impegnato in Germania tra le fila dello Stoccarda, conferma il cliché scandinavo per struttura e attitudine tattica. In aggiunta, però, presenta qualità moderne quali la capacità di attaccare gli spazi e un destro tutt’altro che trascurabile. Chi non necessitava di presentazioni alla vigilia era Christian Eriksen, talentuoso 20enne di proprietà dell’Ajax. Già braccato da mezza Europa in estate ma tutt’ora ad Amsterdam, dai piedi di questo fantasista transitano tutti i palloni dal centrocampo danese in su. Pericoloso al tiro, buona corsa e visione di gioco. Il potenziale tecnico e i margini di crescita lo renderanno appetito già dalla prossima finestra di mercato.

    FLOP

    Pablo Daniel Osvaldo: inevitabile, Pablo. Alla luce di un primo tempo in chiaroscuro, chi si sarebbe stracciato le vesti per lui? Per carità, svolge il compito prandelliano con dedizione ma senza entusiasmare. Oltretutto, al 21’, incorna a lato in area piccola un cross di Abate sul quale tutti erano andati a vuoto. Dopo l’intervallo la situazione precipita: nemmeno il tempo di aggiustare l’acconciatura (15 secondi!) e l’arbitro Skomina lo caccia per un colpo proibito a Stokholm. Checché se ne dica il rosso è sacrosanto. Dopo il gol all’Armenia cercava ulteriore riscatto agli occhi di Zeman, purtroppo mancherà in primavera a Malta (26 marzo) e, appurata la folta concorrenza Azzurra, dovrà difendere il suo posto in Nazionale.

    Nicklas Bendtner: quanto bramava quel “colpo gobbo” all’ItalPrandelli. Il povero Nicklas, invece, esce con le ossa rotte tra le maglie dei compagni bianconeri Barzagli e Chiellini. Il lavoro di sponda risulta vano, nemmeno con la superiorità numerica può guidare l’assalto danese al bunker eretto dagli Azzurri. Guadagna un giallo di frustrazione ai titoli di coda e, in previsione di Juventus-Napoli, può già imboccare lo Juventus Stadium. Ma in tribuna.

    Morten Olsen: a luglio aveva festeggiato le dodici candeline sulla panchina della Danimarca, a ottobre inoltrato non ha nulla per cui sorridere. Con due punti in tre partite ha già accumulato ritardo nei confronti di Bulgaria e Repubblica Ceca nella corsa ai Mondiali del 2014. Ritrova l’Italia (non prima di averci additato come “ladri”) dopo il celebre “biscotto” agli Europei del 2004 quando, pareggiando 2-2 con i cugini svedesi, estromise gli Azzurri dalla fase finale della competizione. Per l’occasione schiera a sorpresa un centrocampista 36enne il cui cognome è tutto un programma: Stokholm. Scelta ponderata o scherzo del destino? In ogni caso, stavolta, sullo stomaco gli resterà un bel biscotto. Anzi, tre.


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