Calciomercato.com

  • 'Berardi e i suoi fratelli': da Beretta a Iturbe, ecco i talenti mai sbocciati

    'Berardi e i suoi fratelli': da Beretta a Iturbe, ecco i talenti mai sbocciati

    • Furio Zara
    Certi fiori sbocciano subito, altri mai. Vale lo stesso per i calciatori. Individuare il talento in un ragazzo di diciotto-vent’anni non è mai semplice. Guardiamo il cielo, pensiamo sia una stella e invece a fregarci è il riflesso di una luce che arriva da qualche altra parte. Per quanto tempo aspetteremo ancora Domenico Berardi? Che fine  ha fatto quel ragazzo-prodigio che il 12 gennaio del 2014 a soli diciannove anni e da solo stese il Milan segnando una quaterna?

    All’epoca molti di noi scrissero che era nata una stella, poco più tardi annotammo con piacere che Berardi era stato il più giovane italiano dagli anni ’50 a raggiungere 60 gol in serie A. Erano segnali, che però non hanno portato in nessun luogo. La consistenza di Berardi è ancora indecifrabile, bravo chi la sa pesare. Forse dovrà avere solo l’occasione di andarsene da casa, cioè di lasciare il Sassuolo e misurarsi con altre realtà. O forse il suo nome andrà ad ingrossare la schiera dei talenti che non sono mai sbocciati, almeno non al livello delle legittime aspirazioni che li hanno preceduti. Berardi qualcosa ha dimostrato, ma non abbastanza. Di nomi meno noti del suo ce ne sono tanti. Non hanno avuto le sue occasioni (Berardi gioca in A da ormai quattro anni), ma sono apparsi e poi scomparsi, con il loro carico di rimpianti.

    Ricordate Giacomo Beretta? Ormai ha venticinque anni, gioca nel Foggia, in B, ha trovato la sua dimensione, ma quando fece la sua apparizione al Milan molti pensarono ad un predestinato. Ci si aspettava molto di più anche dall’uruguaiano Nico Lopez. Arrivato in Italia giovanissimo, debuttò in un Roma-Catania, subentrando a Totti e segnando il gol del pareggio nei minuti di recupero. sembrava un segno del destino. Udinese, Verona, Granada, Nacional, tappe di avvicinamento all’Internacional di Porto Alegre, dove gioca ormai da due anni ristagnando nella mediocrità.

    Più vicino - almeno come percorso - a Berardi; è il «mistero Iturbe». Quando cominciò la sua carriera italiana nel Verona, i paragoni illustri si sprecarono. Quell’anno fece pure bene, segnando 8 reti. Ma da allora è stato un lento declino, e nei successivi quattro anni - cambiando quattro squadre tra Roma, Torino, Bournemouth e Club Tijuana - di gol ne ha fatti la metà. Anche Luca Marrone sembrava destinato ad una carriera migliore di quella che sta avendo. Ha ventotto anni e gioca a Bari, in serie B, ma l’apprendistato nella Juventus - da jolly di centrocampo - lasciava pensare ad un salto di qualità. Invece capita che ogni tanto ci si fermi. E non si cresca più.

    Su Salvatore Foti erano pronti a scommettere in tanti. A diciotto anni era la promessa della Sampdoria. Era il 2006. Da allora ha cambiato dieci squadre e questo continuo girovagare non l’ha certo aiutato. Dicevano somigliasse a Ibra. Esageravano, ma qualcosa di più - anche da lui - era lecito attendersi. Si è ritirato un anno fa, oggi lavora nella Sampdoria, è un collaboratore tecnico di Giampaolo. Gli auguriamo che nella sua seconda vita professionale possa raccogliere le soddisfazioni che non ha avuto da calciatore.

    Altre Notizie