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  • Milan: Berlusconi dice no ad Eto'o

    Milan: Berlusconi dice no ad Eto'o

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    Una situazione in ebollizione destinata a sfuggire di mano se Adriano Galliani non riuscirà a consegnare a Filippo Inzaghi un giocatore di alto livello nel reparto offensivo dopo la partenza di Mario Balotelli. La sensazione sempre più crescente nell'ambiente rossonero è che il solo addio dell'attaccante bresciano non abbia messo nelle mani dello storico braccio destro di Silvio Berlusconi le risorse necessarie per arrivare a una nuova punta centrale, a un esterno e ad un centrocampista di qualità. L'input di stringere ulteriormente i cordoni della borsa dopo il fallimento della scorsa stagione e la mancata qualificazione alla Champions League è arrivato proprio da Arcore: il numero 1 milanista non dà la sua disponibilità al famoso extrabudget e con queste premesse gli ultimi giorni di mercato rischiano di trasformarsi in una lenta agonia.

    BERLUSCONI SCARTA ETO'O - Niente da fare per le piste più suggestive ma anche più onerose, ossia quelle che portavano a Jackson Martinez del Porto, a Mattia Destro della Roma e anche a Samuel Eto'o, prossimo a firmare un contratto biennale con l'Everton e bocciato proprio da Berlusconi  (avrebbe svolto oggi le visite mediche) quando gli era stata paventata la possibilità di arrivare all'ex attaccante dell'Inter, 33 anni e svincolato dal Chelsea. Come rivela il Corriere dello Sport, il patron non se l'è sentita di sborsare 7 milioni di euro netti per le prossime due stagioni, i soldi che il camerunese andrà a guadagnare alla corte di Martinez. Ma la novità delle ultime ore, che potrebbe accrescere la rabbia dei tifosi rossoneri (che hanno già manifestato la loro sfiducia nei confronti della società staccando solo 15.000 abbonamenti per il prossimo campionato), è che difficilmente si potrà fare uno sforzo per Alessio Cerci del Torino.

    SOLO COLPI A COSTO 0 - Il lungo protrarsi della trattativa, con Milan che ha messo sul piatto a parole 13 milioni di euro cash, il cartellino di Nocerino e tratta con i granata per inserire un altro giocatore nell'affare, ha innervosito Urbano Cairo, che ha commentato così la situazione a La Stampa: "Non posso aspettare il Milan in eterno. I veri interlocutori per Alessio sono all'estero". Una strategia evidente per forzare la mano a Galliani e a invitarlo a presentarsi con argomenti concreti, ma anche un messaggio di allarme per il Milan, visto che Arsenal e Southampton sono pronti a fiondarsi sul giocatore nelle prossime ore. Quindi cosa resta? Dzemaili, che arriverà nelle ultime ore di mercato per 2,5-3 milioni di euro e un attaccante, esterno o centrale fa poca differenza, a condizioni di saldo: Torres (se accetterà di arrivare in prestito e con stipendio fortemente ridotto), Lestienne e Biabiany i nomi più caldi. A meno di altre cessioni, con Mexes ma soprattutto de Jong (Manchester United) i candidati più papabili alla partenza.

    GALLIANI RISPONDE A CAIRO - Non si è fatta attendere la replica di Adriano Galliani alle recenti dichiarazioni del presidente del Torino Urbano Cairo sulla vicenda Cerci ("Galliani ha un po' il braccino", "Non aspetto il Milan in eterno, i veri interlocutori sono all'estero"). Sempre a La Stampa, l'ad rossonero ha parlato così: "Cairo dice che ho il braccino? Di questi tempi non ho nemmeno il braccio...". Una battuta sarcastica che nasconde il malumore del plenipotenziario per l'assenza di investimenti della proprietà, in particolare per il rifiuto categorico di Silvio Berlusconi di mettere a disposizione le risorse necessarie per regalare al Milan una punta centrale, un attaccante esterno e un centrocampista.

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