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  • Berlusconi negli Stati Uniti da Murdoch per offrire Mediaset Premium a Sky

    Berlusconi negli Stati Uniti da Murdoch per offrire Mediaset Premium a Sky

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    Si fa sempre più quotata la pista che porta verso inizi di trattativa fra Mediaset e Sky sulla piattaforma Premium. Secondo le indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore in edicola oggi, si sarebbe infatti cominciato a sondare con maggior decisione in questa direzione, ipotesi che era già stata ventilata prima che venisse firmato un accordo fra Mediaset e Vivendi. Per ora sarebbero cauti interessamenti al dossier, anche in vista di importantissime scadenze per acquistare i diritti tv delle grandi competizioni calcistiche: l’asta per i diritti Champions league per il triennio 2018-2021 sarà probabilmente a febbraio 2017, mentre a fine campionato ci sarà pure l'asta per i diritti tv della Serie A di calcio (sempre 2018-2021). 

    L’opzione Sky - ma sarà tutto da verificare poi l’esito finale delle trattative su cui si stanno scaldando i motori - appare come una pista credibile nella misura in cui i tentativi della diplomazia di arrivare a una soluzione condivisa fra il gruppo di Cologno e i francesi non sembrano sortire effetti. Al momento non ci sarebbero stati progressi tra Mediaset e Vivendi che, di fatto, restano in trincea su Premium. Il consiglio di amministrazione di martedì scorso ha preso atto della situazione di stallo, si è ricompattato attorno alla prospettiva di continuare con sempre maggiore decisione sulla strada legale intrapresa, ma di fatto non ha chiuso la porta a Vivendi. 

    Certo è che fra Mediaset e Vivendi per ora non si vedono segnali di distensione. All’interno del consiglio d’amministrazione il giudizio sull’affidabilità dei francesi nella trattativa è ormai ai minimi e, in assenza dell’arrivo sui tavoli di Mediaset di una proposta sulla quale si starebbe lavorando sul versante francese, la querelle legale è destinata ad andare a breve verso un inasprimento con la richiesta di procedura d’urgenza da parte dei legali della società controllata dalla famiglia Berlusconi. Ma uno spiraglio, minimo, è rimasto aperto in assenza di comunicazioni da entrambe le parti. E comunque un’escalation legale e la chiusura totale dei possibili spiragli si accordo fra Mediaset e Vivendi, che a questo punto è sempre meno un’ipotesi campata in aria, con ogni probabilità dovrà passare attraverso una nuova riunione del Cda con tanto di comunicazioni. Quel che ufficialmente al momento è certo è che sia il gruppo di Cologno sia la società francese non sembrano disposte ad arretrare di un centimetro rispetto alle loro posizioni su Premium, visto che considerano la controparte come inadempiente: Cologno accusa Vivendi di non aver dato esecuzione al contratto firmato, mentre il gruppo francese ribatte ponendo l’accento sul business plan «gonfiato» di Premium.

    Ma, nel frattempo, i consulenti starebbero provando a lavorare a una soluzione condivisa: sul dossier ci sarebbero infatti Mediobanca e l’imprenditore franco-tunisimo Tarak Ben Ammar, vicino sia a Bollorè sia alla famiglia Berlusconi. Vivendi, in modo informale, si sarebbe detta disponibile a valutare una nuova proposta che preveda una struttura del capitale più equilibrata per Premium, in modo che entrambi possano deconsolidarla: con Mediaset e Vivendi proprietarie di un 40% a testa e un terzo soggetto con il 20 per cento. 

    Più difficile individuare questo possibile alleato. La spagnola Telefónica, azionista all’11% di Premium, non sembra intenzionata a partecipare a piani futuri e per quanto riguarda Telecom Italia la società guidata dal presidente Giuseppe Recchi e dal ceo Flavio Cattaneo ha smentito in più occasioni (l’ultima in settimana da Bruxelles con parole nette di Recchi) un suo coinvolgimento. In ogni caso oggi il ceo di Vivendi Arnaud De Puyfontaine sarà in Italia per partecipare al consiglio di amministrazione di Telecom.

    Per ora resta vivo il fronte legale. Proprio in questi giorni gli avvocati dello studio Chiomenti e il professionista Vincenzo Mariconda avrebbero fatto il punto della situazione, con l’obiettivo dell’udienza del 21 marzo prossimo al Tribunale di Milano. E lo stesso avrebbero fatto i legali di Vivendi, gli avvocati di Cleary Gottlieb. 

    Oggi intanto è la data che era stata indicata come limite per il closing e dopo la quale Vivendi ha dichiarato di voler considerare decaduto il deal. Posizione, questa, non condivisa da Mediaset che punta a far leva su un contratto che considera il 30 settembre quale data del closing, ma salvo accadimenti imprevisti in cui rientrerebbe il braccio di ferro fra le due società. Prima di oggi sicuramente da Mediaset non potevano muoversi in nessun modo nei contatti con altre controparti. Da oggi in poi la clessidra è stata inesorabilmente capovolta e l’apertura di nuovi tavoli negoziali diventa una prospettiva concreta. 

    Il Corriere della Sera scrive che Silvio Berlusconi è volato negli Stati Uniti per un "viaggio d'affari". Affari che, secondo quanto risulta a diverse fonti dell’universo berlusconiano, potrebbero avere come oggetto l’ipotesi di un 'accordo' tra Mediaset e Sky. Affari che potrebbero portare l’ex premier, condizionale quanto mai obbligato, a un faccia a faccia con Rupert Murdoch.

    Che cosa potrebbe mettere l’uno di fronte all’altro i duellanti, che si fanno la guerra dall’epoca in cui, autunno 2008, il quarto governo Berlusconi raddoppiò l’Iva per gli abbonati e tagliò i tetti pubblicitari delle pay tv, misure a cui Sky rispose decidendo di non partecipare alla gara per l’assegnazione di nuove frequenze del digitale terrestre? La risposta starebbe proprio là, in quelle due parole. "Digitale terrestre". E anche nella voglia dei berlusconiani di rispondere allo smacco subito dai francesi di Vivendi, con cui il contenzioso è ancora aperto, proponendo Mediaset Premium proprio a Murdoch.

    Ma non si può capire il possibile 'segno di pace' tra il 'Biscione' e lo 'Squalo' senza ricomporre il puzzle dell’ultima guerra. Che comincia il 10 febbraio del 2014, quando Cologno Monzese strappa a Sky l’esclusiva triennale della Champions League di calcio. La cifra è sorprendente, 717 milioni, 239 a stagione, del 50 percento superiore alla vendita degli anni precedenti. Per alcuni, è la prova che il digitale terrestre di Mediaset vuole intaccare il dominio satellitare di Sky. Per altri, invece, è la spia del tentativo berlusconiano di vendere Premium a Sky facendo leva sui diritti. 

    Davanti a sé, a quel punto, Murdoch ha due strade. Trattare con la famiglia Berlusconi, e quindi inseguire. Oppure sedersi sulla riva del fiume, e quindi aspettare. I dirigenti marketing di Sky predispongono un piano di guerra finalizzato a contenere l’attesa emorragia di abbonati verso Mediaset. Ma non ce ne sarà bisogno, perché non ci sarà. A questo punto, e siamo all’anno scorso, i problemi sono tutti in casa Mediaset. Il gioco dei 717 milioni dimostra di non valere la candela. E Silvio Berlusconi in persona, in gran segreto, a gennaio di quest’anno vola a Parigi per incontrare Vincent Bolloré. Dopo lo storico incontro di vent’anni prima con Francois Mitterrand, che aveva portato alla nascita di La Cinq, è forse il più importante viaggio d’affari del 'Dottore' in Francia. L’ex premier torna a casa con una stretta di mano e un accordo di sinergia tra Premium e Vivendi. E l’accordo, destinato a portare la tv del digitale terrestre (e i relativi guai) fuori dall’orbita di Cologno Monzese, è quello che viene poi annunciato a inizio aprile, nel giorno in cui ancora nessuno — e men che meno Berlusconi — è in grado di leggere nel cielo gli oscuri presagi di quello che succederà dopo. E cioè il passo indietro di Vivendi e quindi "l’incredibile voltafaccia di Vincent Bolloré", come lo definirà Marina Berlusconi in una lettera inviata al Corriere il 29 luglio. 

    Come dopo uno sfortunato lancio di dadi al Monopoli, adesso Mediaset è tornata alla casella del 'via'. Da un lato, c’è il contenzioso con Vivendi a suon di carte bollate. Dall’altro, l’ipotesi di accompagnare Premium tra le braccia di Sky. E questi sono i dilemmi, e i pensieri, del Berlusconi che ieri sera ha soffiato le sue ottanta candeline. E che si prepara a salire la scaletta di un aereo per un viaggio che potrebbe cambiare di nuovo tutto. Potrebbe. 

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