Nel peggior momento del Toro, Bianchi viene 'umiliato' da Ventura. Il tecnico granata, sempre molto attento ad ogni minima sfaccettatura di tipo psicologico, sabato sembra aver proprio sbagliato. A fronte di una prestazione non convincente (un'altra) di Riccardo Meggiorini contro la Juve Stabia, Ventura ha atteso fino al 42' della ripresa per dare spazio al bomber (nonché capitano) del Toro: tre minuti e altrettanti di recupero da giocare. Un'umiliazione nei fatti, che lo stesso Rolandinho non ha preso affatto bene, uscendo dal campo a dir poco stizzito al triplice fischio dell'arbitro.

La rottura, in una situazione normale, potrebbe essere sanabile, ma al Toro è difficile trovare qualcosa di riconducibile alla norma: tutto è diverso, tutto è più difficile, tutto appare assimilabile ad un concetto non nuovo in casa granata, come l'autodistruzione. Ventura ha bisogno di Bianchi, così come il Toro ne sente la necessità: in un momento come questo, dove la squadra è apparsa in difficoltà fisica oltre che psicologica, l'inserimento del numero 9 bergamasco potrebbe dare nuovi stimoli e nuova freschezza al gruppo, che si è sempre stretto attorno al suo capitano.