E’ tornato e il Milan è cambiato. O meglio ha indossato di nuovo il suo vestito migliore. Già perché quando c’è Boateng a fare il trequartista, le cose funzionano decisamente meglio. Sempre. Certi meccanismi, infatti, funzionano e tutto il gioco finisce per trarne beneficio. Del resto, il ghanese è unico, perché non è solo un centrocampista che si inserisce, ma ha pure la fisicità per occupare l’area di rigore nel momento in cui Ibrahimovic arretra per trasformarsi in uno straordinario rifinitore per i compagni. Anche un anno fa, la svolta nel campionato rossonero avvenne quando Allegri piazzò il Boa dietro le punte e Robinho divenne stabilmente il partner dello svedese, come mercoledì sera.

CHE DIFFERENZA – Il suo conto salato, invece, il Milan l’ha pagato durante l’assenza di Boateng, protrattasi per un mese e per 9 gare, durante le quali sono arrivate le sconfitte con Lazio e Juventus (in Coppa Italia) e il pareggio interno con il Napoli. Il ghanese si era fatto male il 15 gennaio, nel derby con l’Inter. I rossoneri persero anche quella sfida, ma Prince, come la settimana prima giocò da mezz’ala, lasciando la trequarti ad Emanuelson. Insomma, il meccanismo funziona non solo quando ci sono gli interpreti giusti, ma anche quando sono sistemati nei posti corretti. Lo dicono pure le cifre che con il Boa si vive meglio. Si fanno più punti, soprattutto in campionato (2,17 a gara contro 1,91), e si segna di più (2,22 gol a partita contro 1,75). E’ vero che la difesa, forse, patisce qualcosa (1,11 reti incassate contro 0,81), ma vuoi mettere lo spettacolo di poter assistere a perle come quella del ghanese contro l’Arsenal.