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  • Bologna, Bisoli:| 'Diamanti? Chissà...'

    Bologna, Bisoli:| 'Diamanti? Chissà...'

     

    Intervista realizzata, nel corso di Tempi Supplementari (Telecentro) a Pierpaolo Bisoli.

     

    Mister, i tifosi l’hanno accolta con calore e piacere: che effetto le fa?
    Li ringrazio e spero di contraccambiarlo con il grande impegno e la grande dedizione che metterò nel Bologna, nei miei allenamenti, nella voglia di far sì che il Bologna abbia una propria identità e un proprio gioco: un gioco piacevole, perché il pubblico di Bologna merita anche questo. Li ringrazio per l’accoglienza che mi hanno fatto e spero di ripagarli con tutte le mie forze.

    Una delle sfide principali dell’avvio di stagione, oltre alla costruzione della squadra e alla preparazione, sarà anche quella di curare l’aspetto psicologico. Le notizie che stanno uscendo rischiano di destabilizzare l’ambiente Bologna?

    Penso che i tifosi vadano innanzitutto ringraziati per l’amore che mettono nella loro squadra: anche in occasione dell’ultima partita c’erano 20.000 spettatori a tifare. In questo momento non bisogna giudicare ma aspettare gli eventi e le eventuali condanne. Io non sono presuntuoso e non do giudizi su questa vicenda, che ancora non conosciamo. Se c’è qualcuno che ha sbagliato deve pagare, se invece è stata tutta una bolla di sapone bisognerà poi chiedergli scusa, perché dare del mostro a tutti sena sapere bene come sono andate le cose, nel calcio come nella vita quotidiana, è sempre più facile. Non bisogna più tradire l’affetto della gente e la passione che i tifosi hanno.
    E’ chiaro che mi dispiacerebbe se partissi con questa situazione spiacevole, ma si deve sapere che il Bologna non ne sarà coinvolto e quindi bisogna essere grati a tutti di come è finito il campionato.

    A Bologna si viene da un anno in cui lo spogliatoio ha avuto un peso particolare con figure importanti che hanno la loro importanza sia in campo che fuori, e sappiamo della vicenda relativa alla gestione del gruppo a Cagliari per quanto riguarda i cosiddetti senatori. Se ne è giù parlato con i giocatori più rappresentativi del Bologna?
    Innanzitutto, io faccio sempre il bene della società e di conseguenza del club e non del singolo: e il club, in questo caso è il Bologna. Non ho mai avuto problemi, ma se ci sono stati è perché non ci è messi a disposizione del club e di conseguenza mai. Non farò mai niente per salvaguardare me stesso se non nella funzione di salvaguardare il club: e questo penso sia una cosa di grande rispetto per tutti. Io avrei potuto tranquillamente assecondare certe situazioni e avere un contratto di quattro anni: ma per il bene del club non l’ho fatto, perché secondo me in quel momento bisognava fare determinate cose. Cioè, non fare giocare determinati giocatori perché non si erano a messi a disposizione del gruppo, della gente e guardavano ai propri interessi. Quello che è successo a Cagliari, è questo: i giocatori non si erano messi a disposizione del gruppo, della gente e di conseguenza mia. Se avessi voluto salvaguardarmi, avrei potuto passarci sopra: ma non l’ho mai fatto per salvaguardare la mia panchina. E ora io devo fare tutto per il Bologna, a costo anche di fare qualche volte scelte dolorose, ma sempre fatta in funzione del Bologna.

    Io poi con i “vecchi” ho avuto sempre un grande rapporto, vedi Antonioli e vedi Bucchi, anche se non giocavano. Ho avuto un grandissimo rapporto con Diamanti, che è sempre stato definito un giocatore dal carattere molto particolare: io sono quasi il suo fratello maggiore. Questo significa che quando le cose vanno nella direzione del bene comunque, si riesce a trovare un punto d’incontro ben piacevole.

    Recentemente lei ha avuto l’occasione di presentarsi all’evento organizzato dal club Giacomo Bulgarelli. Che serata è stata?
    E’ stata una serata bellissima e piacevole: mi hanno messo a mio agio e io mi sono messo a loro disposizione. Ho capto cosa vuol dire la squadra Bologna per la città: passione, dedizione e sacrificio. E questo vorrò ripagarlo con tutte le mie forze, cercando anche di fare uno spettacolo piacevole, perché Bologna merita, oltre che impegno, un calcio di questo tipo: il Bologna deve divertire.

    Lei conosceva già Salvatore Bagni? Che rapporto si è creato tra voi? E’ già possibile indicare una data per il primo acquisto?

    La data del primo acquisto non la so, perché il mercato è ancora in evoluzione e bisogna ancora vedere tante cose. L’obiettivo è acquistare giocatori del Bologna che vengano a Bologna con entusiasmo e con voglia di sposare il progetto che andrà ad iniziare, e non solo perché Bologna è una città bella e in cui si sta bene: voglio che partecipino e sposino il progetto, che è quello di creare qualcosa di importante. Bagni mi ha visto all’opera a Cesena e ha seguito anche qualche allenamento. Lo ringrazio perché con il presidente e il vicepresidente ha spinto per il mio arrivo qui e io sono orgoglioso di essermi seduto sulla panchina del Bologna.

    In che ruolo vede Ramirez?

    E’ il classico trequartista, trait d’union tra attacco e centrocampo, uno di quei giocatori che da un momento all’altro possono dare la palla gol oppure fare gol. Per me il calcio non può prescindere da questi giocatori: un trequartista deve sempre giocare. Da giocatore sono stato difensivo, da allenatore sono tutt’altro, anche se passo per un difensivista: tutt’altro, perché io ho sempre giocato con un trequartista e due punte. E’ chiaro però che chiedo equilibrio e sacrificio, perché il calcio è questo.

    Lo scorso anno davanti alla difesa non c’era un regista classico, ma un incontrista come Miudingayi, con al suo fianco Perez e Della Rocca. Nella sua idea di calcio, il regista potrà essere ancora Mudingayi oppure le piacerebbe un regista classico, tanto per fare un nome, alla Cigarini?

    Innanzitutto, Mudingayi è un giocatore del Bologna e ha fatto un ottimo campionato: ha delle caratteristiche per cui il Bologna lo scorso anno doveva giocare così. Nel calcio attuale il regista classico è un po’ perso, ma a me piacciono, e non è detto che non possa diventarlo, giocatori che fanno ripartire l’azione: Mudingayi ha il contratto ed è un giocatore del Bologna. A me piacciono giocatori e partecipano tutti all’azione, che iniziano la costruzione e del gioco e siano coinvolti in tutte e due le fasi del gioco, possesso e non possesso, partendo proprio da dietro, e quindi dal mediano. Ultimamente di registi classici ce ne sono pochi, e quelli che ci sono fanno fatica: un esempio è D’Agostino della Fiorentina.

    Parliamo anche di due giocatori che lei conosce bene: Giaccherini e Diamanti. Ai tifosi piacerebbe vederli a Bologna.

    Giaccherini è un giocatore che ho costruito io, l’ho trovato a Cesena che era fuori rosa e adesso è un giocatore veramente importante, quindi sarà molto difficile.
    La storia di Diamanti la conoscete: quattro-cinque anni fa proposi al Bologna Diamanti, facemmo anche un’amichevole apposta, ma il Bologna disse che in quel momento non era pronto per questa piazza, mentre io ero convinto che sarebbe diventato un giocatori da grandi palcoscenici, non a caso è andato al West Ham. Chissà se in futuro potrò riallenarlo ancora: anche quest’anno ha fatto 9 gol, che sono tanti.


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