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  • Bologna in ritiro:|Con l'avviso di garanzia

    Bologna in ritiro:|Con l'avviso di garanzia

    IL TROLLEY con gli effetti personali, il borsone sportivo con divise e scarpette e... l’avviso di garanzia. E’ cominciato così, ieri, il ritiro per alcuni giocatori del Bologna, partiti da Casteldebole con destinazione Andalo. Il procuratore aggiunto Valter Giovannini e la polizia municipale attendevano da settimane che i rossoblù tornassero dalle vacanze. Dovevano infatti notificare ad alcuni di loro l’avviso di garanzia con l’accusa di uso d’atto falso per l’ormai nota vicenda dei pass irregolari per entrare e sostare in centro. Sono otto i calciatori indagati, e quattro fra mogli e compagne, per la vicenda dei pass sosta, mentre per quella dei pass invalidi sotto accusa sono capitan Marco Di Vaio e la factotum Marilena Molinari.

    GLI INQUIRENTI avevano tentato di notificare gli avvisi a giugno, subito dopo la fine del campionato. Speranza vana. Tutti i giocatori, comprensibilmente, avevano tagliato la corda dopo una stagione ultrastressante verso destinazioni esotiche per un periodo di meritato relax.

    E così alla Procura non era rimasto che aspettare. Aveva però ordinato al Bologna di avvisare non appena i giocatori fossero rientrati in città. Così è stato. E fra sabato e ieri gli instancabili uomini della municipale hanno portato a termine il loro compito, notificando gli atti a Daniele Portanova, Gaby Mudingayi e Archimede Morleo. Il bomber Di Vaio l’aveva già ricevuto mesi fa. Gli altri indagati non vestono più la casacca rossoblù (la notifica avverrà appena possibile): Emiliano Viviano, Massimo Mutarelli, Andrea Esposito, Evangelos Moras e Gabriele Paonessa. Sono indagate anche le mogli di Viviano, Di Vaio e Portanova e la compagna di Mudingayi. Le notifiche non hanno turbato più di tanto l’atmosfera al raduno del Bfc, stando ai tanti sorrisi riservati dai giocatori ai flash dei fotografi e ai tifosi accorsi a Casteldebole. L’unico non particolarmente allegro è parso proprio Di Vaio. Magra consolazione, almeno ad Andalo, sulle montagne del Trentino, non si parlerà di pass.

    SECONDO le accuse del pm e della municipale, gli indagati avrebbero usufruito dei cosiddetti permessi ‘T7’, che consentono di entrare e sostare in centro, senza aver presentato all’Atc la necessaria documentazione. A curare le pratiche era sempre Marilena Molinari, con l’aiuto di un ex dipendente della Coopertone, la cooperativa che gestisce i pass per conto di Atc.


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