A skysport 24 è intervenuto Sergio Porcedda, presidente del Bologna e tifoso da bambino del Cagliari

Il suo Bologna contro la squadra della sua città, Cagliari

Nato e cresciuto. Quindi, si gioca si casa mia.

La sente in modo particolare questa sfida, per di più contro la squadra per la quale faceva il tifo da ragazzino?

Esatto, come tutti noi cagliaritani. Diciamo che è ancora presto per sentirla, forse si sentirà più domenica, quando comincerà.

Nel 2006 provò ad acquistare il Cagliari: la speranza è sempre l’ultima a morire…

No, va bene così, abbiamo il Bologna, i colori sono gli stessi, rossoblu. Siamo già attaccati fortemente a questa squadra, stiamo cercando di riportala ai livelli che le competono, soprattutto per una piazza come Bologna. Quindi, va bene così. Poi, nessuno è profeta in patria.

Come procede il suo progetto?

Sta andando secondo quanto avevamo programmato. Abbiamo trovato una squadra con pochissimi calciatori, abbiamo dovuto comprarne ben 19 nuovi, ed abbiamo puntato, a parte Perez e qualcun altro, sui giovani, in cui crediamo tanto, per un progetto che non sia dall’oggi al domani, ma a lungo termine. Il progetto sta andando, con tutte le difficoltà di una società che era appesantita, anche finanziariamente. Però, ad oggi stiamo rispettando tutto quello che ci eravamo prefissati.

Se la sente di fare un pronostico, oppure va bene un pareggio?

Un pareggio in casa del Cagliari, credo sia sempre una cosa importantissima, staremo a vedere. Noi andiamo su tutti i campi con la mentalità nostra per giocare con tutti. Alcune volte va bene, altre volte meno, ma l’importante è giocarsela con tutti, come abbiamo fatto fino ad oggi, con l’Inter, con la Roma, con la Lazio, con il Palermo, dal quale ne abbiamo presi quattro, con la Juve. La mentalità deve essere quella.