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  • Bolognamania: cercasi Rolando disperatamente

    Bolognamania: cercasi Rolando disperatamente

    E’ senza ombra di dubbio la “sua” settimana. Rolando Bianchi domenica al Dall’Ara riaffronterà quel Torino che ha rappresentato per il centravanti cinque anni di carriera e di vita, oltre a un ruolo di capitano andato via via affievolendosi negli ultimi due anni, dove nonostante 19 gol il rapporto con il tecnico Ventura e il ds Petrachi era ormai logoro. Poi, il mancato rinnovo, l’addio e il triennale col Bologna. L’avventura in rossoblù, fin qui, non è stata però gran che: arrivato presto in ritiro e con le migliori intenzioni, Rolando Bianchi dal punto di vista caratteriale ha stupito tutti in positivo fin dai primi giorni ma i gol nelle gare “vere” finora non sono arrivati. L’ultima rete è stata firmata in un 6-2 al Pontedera a Sestola a fine luglio, da allora una traversa in Coppa Italia contro il Brescia e nulla più. L’eredità con cui aveva a che fare, quella del rimpianto con la r maiuscola Alberto Gilardino, era senza dubbio pesante, ma l’inizio dell’ex attaccante del Torino ha preoccupato non poco anche in chiave futura.

    Alla giornata tre è presto per gli allarmi, senza dubbio, ma il digiuno da gol del centravanti designato comincia a diventare un guaio, oltre che un tarlo psicologico: accantonato molto rapidamente il 4-2-3-1 che lo valorizzava poco o nulla (anche perché il Bologna di ali pure non ne ha, tantomeno forti come quelle che servivano a Bianchi assist in serie al Torino) ora la nuova scommessa si chiama 4-3-1-2, con Diamanti a supporto e uno tra Cristaldo e Moscardelli al suo fianco. Contro il “suo” Toro ora Bianchi cercherà il gol per sbloccarsi, dato che anche la partita di Udine, pur giocata con il modulo a due punte, lo ha portato a circa 70 minuti di battaglie e corse a vuoto senza quasi mai vedere palla. Un copione che va in scena ormai da qualche partita, per essere un semplice sintomo di difficoltà dovute ai cambiamenti tattici in atto.

    Insomma, il Torino dovrà risvegliare gli antichi ardori di “Rolly” (il suo nickname su Twitter) Bianchi ma ad onor del vero servirà anche affinare il “timing” tra lui e Diamanti, che finora è un po’ mancato. Come nel football americano, quando quarterback e ricevitore non si intendono ancora a meraviglia, anche al Bologna bisognerà lavorare su questo perché a volte il trequartista e capitano rossoblù tende a fare da solo, finendo per coinvolgere poco le punte. Ci sta, vista anche la punizione-meraviglia di Udine, ma “Alino pensaci tu” non può diventare l’unico schema affidabile offensivo di questo Bologna come è stato finora. A questo serve mettere “in stagione”, più che “in partita” Bianchi, bomber designato della prima ora: anche da una sua doppia cifra passa la salvezza rossoblù, ergo è basilare invertire la tendenza.

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